Il colpo di testa del difensore biancazzurro Andrew Gravillon respinto dal portiere veronese Silvestri

L'ANALISI DELLA PARTITA

Pillon deluso e arrabbiato: «Troppi regali, così non va» 

Il tecnico del Pescara: «Bisogna tornare umili e concreti, come all’inizio»

VERONA. Bepi Pillon è arrabbiato nella notte infausta del Bentegodi, ma vede il bicchiere mezzo pieno nonostante la pesante sconfitta in casa dell’Hellas Verona, nel senso che analizzando la gara trova motivi di moderato ottimismo per il futuro del suo Pescara. Non per questo però non omette di analizzare i motivi della sconfitta, la terza consecutiva lontano dall’Adriatico-Cornacchia: «Quando su un campo come questo hai un’occasione per fare gol devi farlo, e noi prima del vantaggio veronese ne abbiamo avuta più di una. C’è mancato qualcosa negli ultimi venti metri», commenta l’allenatore dei biancazzurri, «analizzeremo tutti insieme cosa e perché ha determinato questa sconfitta».
Quindi l’affondo di Pillon che non vuole essere un atto di accusa ma molto più semplicemente una presa di coscienza sugli errori che hanno portato il Pescara al passo falso: «Abbiamo sbagliato per tre volte sui gol del Verona. Non possiamo permetterci il lusso di perdere palla in uscita e concedere campo agli avversari. Non abbiamo fatto bene nemmeno la fase di non possesso, è una partita che ci servirà da lezione per il futuro e che ha messo a nudo tante difficoltà. Dobbiamo tornare umili, determinati, aggressivi come all’inizio. Nella prossima gara voglio che i ragazzi siano meno belli ma più concreti. Ne parleremo alla ripresa degli allenamenti. Diciamo che questa partita ha messo a nudo quelli che si sono mostrati i nostri problemi attuali e dobbiamo lavorarci sopra».
Anche a Verona il reparto avanzato non ha convinto. «Monachello non ha finalizzato le tante occasioni avute, ma in settimana lui e Mancuso si erano allenati bene e ho scelto di schierarli entrambi, con quest’ultimo esterno», continua Bepi Pillon nella sua analisi. «Inoltre, Mirko Antonucci era rientrato da poco nel gruppo e non volevo rischiarlo dall’inizio. Per quando riguarda Leonardo Mancuso, forse si esprime meglio come punta centrale, ma questo non vuol dire che abbiamo bisogno di altri esterni», chiude il 62enne tecnico di Preganziol.
Sul versante scaligero a dire la sua è il tecnico Fabio Grosso, pescarese doc, che ha battuto il suocero Giorgio Repetto, dirigente del Delfino. «Siamo stati bravi a dare continuità», le prime parole dell’allenatore veronese, al primo anno sulla panchina gialloblù, «a quanto già di buono abbiamo fatto vedere nella gara di Benevento. I ragazzi sono stati bravi, hanno trovato grande continuità, intensità di gioco, abbiamo creato tantissime occasioni da rete. Siamo stati quasi perfetti in ogni zona del campo, era questa la risposta che mi aspettavo», commenta il campione del mondo del 2006. «Siamo andati bene nella fase di possesso, altrettanto in quella di non possesso. Diciamo che anche in altre circostanze avevamo giocato in maniera quasi ottimale ma senza portare punti nel carniere». Grosso chiude elogiando in blocco la squadra, che a fine partita è stata chiamata a raccolta sotto la curva Nord dei tifosi gialloblù. «Quando si è trattato di entrare nel mirino della critica abbiamo pensato a lavorare ed adesso è giusto raccogliere i frutti di tanti sacrifici. La strada è tracciata e dobbiamo soltanto continuare cosi». Prima di lasciare il tavolo della conferenza stampa, Fabio Grosso, 41 anni, si sofferma nuovamente sulla prestazione dei suoi. «Desidero ringraziare i tanti giovani che si sono comportati da veterani e sottolineare la grande prova di Zaccagni». Infine, i complimenti a Ragusa. «Per me può diventare un grande terzino».
Antonello Di Virgilio