Playoff: Ternana-Pescara, è il giorno della finale d'andata

Più di una partita. Molto più di una sfida calcistica: stasera (diretta tv su Raidue, ore 21,15) c’è in ballo una promozione che non è soltanto quella sul campo
PESCARA. Più di una partita. Molto più di una sfida calcistica: stasera (diretta tv su Raidue, ore 21,15) l’andata. C’è in ballo una promozione che non è soltanto quella sul campo. Non è soltanto misurarsi la prossima stagione con il Venezia o con l’Empoli, anziché la Pianese o la Vis Pesaro. Ci sono anche prestigio e marketing territoriale con il nome di Pescara - e dell’Abruzzo - che compie un salto di qualità a livello di immagine. C’è la mutualità della Lega di serie B che potrebbe ridare ossigeno alle casse sociali del club. Milioni di euro. C’è un’estate di attesa diversa, calcisticamente parlando.
Un entusiasmo contagioso, anziché una depressione strisciante. Se il titolo di campione del mondo genera Pil per un Paese, fatte le debite proporzioni, lo stesso si può dire anche per il ritorno in serie B di una città che, nel caso dei biancazzurri, avverrebbe dopo quattro stagioni di Lega Pro. Lo stesso discorso vale per la Ternana che ancora maledice i play out persi in casa contro il Bari dell’anno scorso che li ha condannati alla retrocessione in C.
Ci sono due città abituate alla serie cadetta dietro questa finale play off. Entrambe considerano la C un purgatorio. Ci sono percorsi diversi dietro la qualificazione alla finale: più lungo ed entusiasmante quello biancazzurro, più breve e condensato di sofferenza e gioia quello rossoverde. Il campionato ha detto che la Ternana ha collezionato più punti, ma che il Pescara negli scontri diretti ha conquistato quattro punti su sei.
A dicembre tutti pensavano che una delle due avrebbe vinto il girone B di serie C e, invece, la Virtus Entella ha messo d’accordo tutti prendendosi il primo posto in classifica. E costringendo le rivali a una coda ricca di pathos. È una finale all’insegna dell’equilibrio, almeno stando alle indicazioni della vigilia. Il Pescara si fa forte del gioco e dell’entusiasmo, la Ternana ha individualità più spiccate e, forse, maggiore fisicità. Ma siamo lì. Questione di dettagli. Più esperta la Ternana con giocatori che hanno già vissuto il brivido delle gare decisive, più sbarazzino e atleticamente brillante il Pescara. Interpretazioni e letture della finale mutevoli a seconda dei punti di vista.
Sta di fatto che il Pescara si giova del lavoro di Silvio Baldini, un valore aggiunto, mentre la Ternana ha dovuto cambiare allenatore per scuotere la squadra e dare un calcio alla crisi di marzo. Di certo si va incontro a due pienoni: stasera al Liberati e sabato all’Adriatico-Cornacchia. Oltre diecimila spettatori stasera e ventimila il 7 giugno. Il regolamento prevede che l’incasso, depurato delle spese organizzative, venga così ripartito: 20% Lega Pro e 40% a testa per le due società. Ma i soldi in ballo sono quelli della mutualità, andando in serie B, che possono cambiare in meglio il destino di una società.
Sia Daniele Sebastiani che Stefano D’Alessandro, 52 anni, romano, fanno affidamento sul salto di categoria per ristrutturare il bilancio e la società. Restare nel cosiddetto inferno della Lega Pro avrebbe ripercussioni negative a livello umorale - con l’ambiente depresso - ed economico. E ripartire con “l’obbligo” di costruire una squadra in grado di lottare per il vertice. Soldi, milioni di euro. Futuro. Ecco, perché quella di stasera non è solo una partita di calcio. Così come quella di sabato all’Adriatico-Cornacchia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA