Renato Curi jr: ma io tifo per il Grifone 

Il figlio del compianto centrocampista pescarese a cui Perugia ha intitolato lo stadio

PESCARA. Il Pescara si giocherà la salvezza nello stadio intitolato a un pescarese, Renato Curi, ricordato ancora oggi come un simbolo del Perugia. Di un Grifone che scrisse una bella pagina di storia calcistica. Il centrocampista morì in mezzo al campo il 30 ottobre del 1977, a causa di un arresto cardiaco, a 24 anni. Era nato il 20 settembre 1953 a Montefiore dell’Aso, in provincia di Ascoli Piceno, ma ben presto si era trasferito con la famiglia a Pescara dove è cresciuto e frequentato le scuole elementari e medie e dove ha iniziato a dare i primi calci al pallone nella Marconi che, dopo la sua morte, è diventata Renato Curi. Poi, è andato a Giulianova, Como e Perugia dove si è affermato. Dopo la sua morte - riposa al cimitero di San Silvestro a Pescara - gli è stato intitolato lo stadio e ogni 30 ottobre viene ricordato dai perugini. Due mesi dopo quel tragico Perugia-Juventus è nato il secondo figlio a cui la moglie, la signora Clelia Bucciacchio, ha dato il nome del padre. Oggi Renato Curi vive a San Benedetto del Tronto, mentre la sorella Sabrina si è stabilita a Monza. Entrambi sono attaccati a Perugia, come la madre d’altronde. Dopo la morte di Renato Curi la vedova e i figli sono stati sostenuti e coccolati dagli ex compagni di squadra e dai tifosi biancorossi. «Non sono un grande appassionato di calcio», ha detto Renato Curi, «ma so di questa partita. Non me ne voglia nessuno, ma, pur essendo legato ancora a Pescara, il mio cuore batte per il Perugia. È la città che ci ha adottato e che ha sempre celebrato la memoria di papà. Non potendo scegliere dico Perugia». Tanto è l’affetto per il Grifone che Sabrina Curi si è sposata, nel 2017, a Castel Rigone, vicino Perugia e alla cerimonia erano presenti diversi ex compagni di squadra del padre, a cominciare da Pierluigi Frosio, il capitano del Perugia dei miracoli, e Franco Vannini. Le letture durante la cerimonia religiosa furono affidate a Grazia Ceccarini, vedova di Antonio, altro ex compagno di Renato Curi. Numerosi anche i tifosi, e tra questi Mimmo Pucciarini, storico capo ultras della Curva nord.
A Pescara quel centrocampista baffuto tradito dal destino e dal cuore dà ancora oggi il nome ad alcune società dilettantistiche. (r.c.)
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