Stefano Rajola torna in A2: “Un riscatto personale”

L’allenatore di Ruvo di Puglia vince di nuovo la serie B di pallacanestro, dopo l’Amatori nel 2019: «Quella di Pescara è una ferita ancora aperta, ora ho fatto vedere il mio valore»
ROSETO. La serie A2 del prossimo anno parlerà abruzzese non solo per la Liofilchem Roseto. Infatti la seconda promossa dalla serie B è Ruvo di Puglia del tecnico pescarese Stefano Rajola, che bissa il successo del 2019 ottenuto con l’Amatori Pescara salvo poi non aver partecipato al campionato a causa della bocciatura estiva della Com.Te.C.
Rajola, in bacheca può aggiungere un’altra medaglia da tecnico vinta con Ruvo di Puglia, proprio nel giorno del suo compleanno. Cosa desiderare di più?
«Per me è una grande rivincita perché avevo un grande credito con la fortuna».
Fa riferimento alla situazione dell’Amatori?
«Quella è una ferita ancora troppo dolorosa che non rimarginerà mai. A livello umano è stato un duro colpo, ma a livello professionale mi ha messo quasi in ginocchio. Passare dall’aver conquistato la chance dell’A2 al restare a casa. Poi quando la mia carriera era in ascesa è arrivato il Covid».
Eppure l’A2 l’ha assaggiata a Chieti al termine di una stagione complicata con una salvezza quasi in tasca, prima del crollo con un’inaspettata retrocessione.
«Chi non conosce la storia e si basa solo sui risultati può parlare fino a un certo punto. Quella stagione è stata complicata, avevamo quasi raggiunto il miracolo della salvezza, poi tutto è crollato come un castello di carte. Anche in quel caso sono convinto che la fortuna non mi ha sorriso, davvero è stato un altro colpo incassato e duro da smaltire anche perchè la mia carriera da allenatore sembrava praticamente finita. Sono rimasto quasi dieci mesi a casa senza alcuna offerta».
Poi, nell’aprile 2024, Ruvo di Puglia esonera Campanella e prende lei in vista dei play off.
«Non smetterò mai di ringraziare Ruvo di Puglia per l’opportunità che mi ha dato. L’anno scorso sono arrivato in punta di piedi e penso che abbiamo disputato anche dei buoni play off. Tali che la società ha creduto in me riconfermandomi e dandomi la chance di dimostrare il mio valore».
Ruvo sicuramente quest’anno è stata costruita con l’obiettivo di salire in serie A. Ma tra il dire e il fare ne passa molto. Quali sono stati i punti di svolta nella stagione?
«Come dice lei, Ruvo aveva l’obiettivo di provarci così come almeno altre dieci squadre tra i due gironi. Il livello di questa serie B è molto più alto rispetto a quella che ho vinto a Pescara, perchè solo 40 squadre rispetto alle 64 precedenti rendono ogni partita complicata. Siamo stati bravi a risolvere alcune criticità con innesti giusti (Reale e il pinetese Timperi, ndr) facendoci trovare in una condizione di forma pazzesca nei play off dove non c’è stata praticamente storia. Eppure, dopo qualche sconfitta sfortunata come quella con Roseto in casa o altre, la svolta secondo me è stata nel recupero con la Pielle Livorno del 15 marzo. Venivamo da una settimana dura dopo aver perso con Ravenna, invece in Toscana abbiamo dominato e compreso che potevamo arrivare fino in fondo».
Conoscendola, sarà già a lavoro nel costruire il roster della prossima stagione. Ci sono già ipotesi di rinnovi?
«Beh, ora godiamoci un po’ il momento (sorride, ndr). Però è innegabile che con la società stiamo lavorando per il futuro. L’idea è quella di mantenere un’ossatura dalla quale ripartire. Ci siederemo ad un tavolo e faremo tutte le valutazioni. Chiunque andrà via però sarà causa di dispiacere personale perchè quest’anno si è creato un legame empatico importante. Tuttavia occorre ragionare con lucidità e vedere la volontà anche dei ragazzi».
In chiusura, una curiosità: le due promosse vengono dal girone B, in attesa dello spareggio tra Montecatini e Mestre, mentre le retrocesse nei play out sono tutte del girone A. Possiamo dire che il girone di Ruvo sia stato a dir poco di ferro? «Assolutamente, questo gratifica ancora di più questa promozione».
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