A Teramo un centro nazionale per formare i neuroradiologi

Il reparto dell'ospedale Mazzini scelto come punto di riferimento in Italia e potrebbe diventarlo in Europa. Il primario Di Egidio: «Abbiamo affinato le tecniche diagnostiche anche per seno e cuore

TERAMO. L’ospedale di Teramo è diventato centro di formazione per neuroradiologi, uno dei tre in tutta Italia. E probabilmente diventerà centro pilota per la medesima formazione anche a livello europeo. «La società italiana di radiologia e quella di neuroradiologia, così come le corrispondenti società a livello europeo hanno la necessità di formare radiologi specializzati nel trattamento di patologie neurovascolari», esordisce Vincenzo Di Egidio, primario della radiologia del Mazzini, «da qui nasce in Italia l’istituzione di tre master (al Nord, al Centro e al Sud) per la formazione di giovani neuroradiologi». In definitiva per l’area Centro Italia il Mazzini sarà il centro di formazione operativo dove giovani radiologi impareranno a trattare patologie come ictus, aneurismi e Mav. Non a caso da anni, all’interno della divisione di radiologia, c’è l’unità semplice di radiologia vascolare, fondata anni fa dallo stesso Di Egidio, che è in cima alle classifiche nazionali per numero e qualità di interventi. «Non dimentichiamo che l’ictus, insieme all’infarto del miocardio è la prima causa di morte nel mondo», precisa il radiologo.

Ma la radiologia interventistica è solo una delle attività dell’unità complessa di radiologia, che quest’anno ha aumentato in media del 20% le prestazioni all’utenza «grazie al lavoro di medici, tecnici e infermieri».

ECOGRAFIA. Quest’anno sono state eseguite 7.676 ecografie, il 30% in più del 2015. «L’ideale è sistemare su un unico piano tutti gli ecografi, sotto la responsabilità del radiologo», annuncia Di Egidio, «per far sì che tutte le richieste afferenti alla Asl vengano eseguite in questo piano ecografico. Attualmente esistono diversi liste in diversi reparti: in questo modo renderemo omogenea la risposta alla richiesta di pazienti esterni».

MAMMOGRAFIA. Le mammografie sono state 4.832 (più 20% rispetto al 2015). «Il vantaggio per la senologia è che abbiamo aperto anche a metodiche come la risonanza mammaria e la biopsia stereotassica per tumori anche al di sotto dei 5 millimetri». Di Egidio ha fatto parte del Pista (percorso diagnostico e terapeutico avanzato) con l’agenzia sanitaria regionale: al Mazzini c’è un centro spoke (cioè più semplice) «perchè non abbiamo ancora i numeri, che stiamo raggiungendo, ma facciamo ormai da un anno metodiche di secondo livello».

TAC. Le Tac sono state 13.855 (+20%) di cui la metà in urgenza ed emergenza. «Abbiamo un progetto, insieme al pronto soccorso, per realizzare una piastra dell’urgenza e dell’emergenza mettendo in comune un ecografo, una Tac e un apparecchio per la radiologia tradizionale. Si tenga presente che dei quasi 53mila esami di radiologia tradizionale la metà viene eseguito in urgenza ed emergenza. I lavori per la piastra in comune sono stati approvati. La necessità di una riorganizzazione nasce anche dal fatto che sono state affinate metodiche di diagnostica radiologiche per il cuore con la cardiorisonanza e la coronaro-Tc, cioè uno studio delle coronarie con la Tac. Affinando notevolmente la diagnostica c’è bisogno di una divisione-condivisione fra le procedure ordinarie e quelle in emergenza-urgenza». Tutto questo aspettando di realizzare la “teleradiologia” (lettura a distanza degli esami con un collegamento telematico) fra i quattro ospedali, «ottenendo un flusso scientifico di comunicazione fra i presidi spoke (più piccoli ma non meno importanti) e quello hub che è di riferimento. Questo sarebbe un primo importante passo propedeutico alla creazione dell’auspicabile ospedale unico».

©RIPRODUZIONE RISERVATA