Abusi su una paziente, medico indagato  

Il professionista accusato di violenza sessuale su una donna con un ritardo mentale: «Ti faccio regalini da 5 o 10 euro»

TERAMO. È un’accusa pesante quella che la Procura gli contesta: la violenza sessuale su una donna con l’aggravante di aver commesso il fatto con violazioni di doveri inerenti a una funzione di pubblico servizio.
Perché l’indagato è un 59enne medico di base di un piccolo paese del Teramano che, secondo l’autorità giudiziaria, avrebbe più volte abusato di una paziente affetta da un ritardo mentale. La delicata inchiesta è ai primi cruciali passaggi e ieri la testimonianza della donna, una quarantenne, è stata cristallizzata nell’ambito di un incidente probatorio che si è svolto davanti al gip Marco Procaccini.
Secondo l’accusa del sostituto procuratore titolare del fascicolo Enrica Medori, l’uomo in più occasioni avrebbe indotto la donna a recarsi nel suo ambulatorio medico con la promessa di quelli che negli atti giudiziari vengono definiti «regalini da 5 o 10 euro». In alcune occasioni le avrebbe inviato delle foto di lui nudo su WhatsApp chiedendole di fare la stessa cosa e dicendole che, in caso di rifiuti, «i regalini» sarebbero finiti. Episodi che sarebbero avvenuti tra il 2017 e i primi mesi del 2019. Ma il professionista è accusato anche di violenza privata perché, sempre secondo l’accusa, a marzo di quest’anno avendo visto la donna parlare con i carabinieri in paese l’avrebbe aggredita verbalmente costringendola a dargli il suo telefono cellulare con l’intenzione di cancellare le foto e i video osè inviati da lui stesso alla donna. E anche in questo caso la Procura gli contesta un aggravante: quello di aver commesso il fatto per assicurarsi l’impunità in merito alle accuse che gli vengono fatte. L’inchiesta, che naturalmente è avvolta nel più totale riserbo proprio per la delicatezza dei fatti, è scattata dopo una segnalazione. Immediate le indagini dei carabinieri che sono ben presto arrivate sul tavolo del sostituto procuratore che ha disposto anche dei sequestri.
La testimonianza fornita dalla donna nel pomeriggio di ieri, che ha confermato le accuse, rappresenta un primo punto fermo. E proprio per la delicatezza dei fatti è stata cristallizzata nel corso dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura e disposto dal gip.
A conclusione delle indagini la Procura deciderà se chiedere l’archiviazione o fare la richiesta di rinvio a giudizio del medico. In quel caso le accuse dovranno essere provate nel corso del dibattimento.
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