Accumula 400mila euro di debiti, si salva con 28mila 

Un commerciante stritolato dalla crisi dei consumi assediato dai creditori anche dopo la chiusura del negozio: riesce a uscirne con la “legge anti-suicidi”

TERAMO. Tante le saracinesche definitivamente abbassate. La crisi del commercio ha martoriato soprattutto i piccoli negozianti e Teramo ne porta i segni. Sono tantissime le attività commerciali sparite nel nulla.
Dietro alle tante chiusure ci sono spesso storie di vita travagliate. E’ il caso di G.C. che in più di nove anni di attività è riuscito ad accumulare debiti per 386.208 euro. Debiti nei confronti delle banche, ma anche nei confronti del fisco.
E’ stata una parabola discendete: davanti agli scarsi incassi il commerciante ha deciso di non mollare, e anzi di investire, anche nella vendita di nuovi articoli, e di cambiare posizione del negozio. Una scelta che per un paio d’anni ha sembrato dargli ragione, in quanto gli incassi sono aumentati, ma poi è ricominciato il trend negativo. Gli anni precedenti avevano già creato degli squilibri finanziari, tant’è che egli non è stato sempre in grado di far fronte in modo puntuale al pagamento delle imposte: un anno non ha nemmeno presentato la dichiarazione dei redditi. Poi nel 2016, l’Agenzia delle Entrate gli notifica un avviso di accertamento a seguito della mancata presentazione della dichiarazione dei redditi. E la ricostruzione induttiva si chiude con un avviso di accertamento con un debito erariale superiore a 60mila euro tra imposte e sanzioni.
Chiusa l’attività commerciale, nel 2007, G.C. ha trovato un lavoro dipendente, nel 2012. Nel 2016 subisce il primo pignoramento di parte dello stipendio da una banca, poi, nel 2018, un secondo. Alla fine il prelievo è di 280 euro mensili su uno stipendio di 1.400-1.500 euro. La sfortuna ha peraltro voluto che un immobile ereditato in centro storico sia stato dichiarato inagibile per il terremoto.
Alla fine G.C. si è rivolto all’avvocato Berardo Di Ferdinando, delegato Adusbef, che ha ritenuto possibile il ricorso alla cosiddetta “legge anti-suicidi”. E così l’ex commerciante, assistito anche dal commercialista Gianni D’Alessandro che ha redatto il piano – il quale è stato accolto dal tribunale – ha offerto a tutti i suoi creditori un totale di 28.581 euro. In parte liquidabili subito con la quota del Tfr, in parte rateizzati con prelievi sullo stipendio da 318 euro in quattro anni. Dopo di che l’ex commerciante potrà definitivamente mettere una pietra sopra alla sfortunata impresa.
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