Al pronto soccorso la guerra dei farmaci

Algenj (Rsu) attacca: «Ora è vietato rifornire le ambulanze dei medicinali usati durante i soccorsi»

TERAMO. Pronto soccorso, la situazione peggiora. A segnalare nuovi problemi nel servizio strategico per l’intera sanità teramana è Nunzio Algenj, presidente della Rsu.

Le lunghe attese sono ormai una storica questione irrisolta, così come la carenza di personale che, in parte, contribuisce ad acuire il primo problema. Ma purtroppo il sindacalista segnala nuovi disservizi, causati da nuovi modelli organizzativi adottati in pronto soccorso dal nuovo primario, Rita Rossi. «Ci aspettavamo che con il nuovo primario la situazione potesse migliorare», esordisce Algenj, «ma è peggiorata: adesso in più c’è una palpabile tensione che serpeggia fra il personale, sia medico che non medico, e che crea una serie di disservizi». Il presidente della Rsu parla di alcune decisioni che sembrano improntate «a una spending review tanto eccessiva da risultare pericolosa».

E ad esempio cita il fatto che ai mezzi di soccorso delle associazioni di volontariato che arrivano in pronto soccorso a portare pazienti «non viene nemmeno dato un lenzuolino per cambiare quello della lettiga, che magari è sporco e che comunque va cambiato». Ma c’è altro. «Il rifiuto di effettuare forniture minime c’è anche con i mezzi di soccorso che appartengono alla stessa Asl», incalza Algenj, «mi spiego: spesso arrivano le ambulanze Asl da Sant’Omero, Giulianova o Atri anche perchè in alcuni casi - ad esempio tutto ciò che è di pertinenza cerebrale - il protocollo dispone che il paziente venga portato subito all’ospedale di Teramo. Se durante il trasporto si impiega uno dei farmaci in dotazione all’ambulanza, ad esempio una flebo, ora c’è il divieto, per il personale teramano, di sostituire il medicinale mancante. Eppure sono mezzi della stessa Asl. Così se l’ambulanza deve fare immediatamente un altro soccorso, senza ripassare dall’ospedale di provenienza per rifornirsi, non può farlo o ci va senza i medicinali». Tutto ciò, racconta il sindacalista, crea tensioni fra il personale che ha l’espresso divieto di fare le forniture, pena provvedimenti disciplinari, ma deve sorbirsi le proteste dei colleghi. «I nuovi problemi organizzativi sono molteplici», aggiunge Algenj, «L'altro giorno tre ambulanze erano bloccate all’uscita del pronto soccorso: non potevano ripartire perchè i pazienti non erano stati spostati dalle loro lettighe alle barelle o ai lettini del pronto soccorso, forse per carenza di spazio. Ma se si bloccano a lungo le ambulanze - perchè non si riforniscono di farmaci o lenzuolini o perchè non si liberano le lettighe - si sguarnisce il pronto intervento sul territorio».

Algenj annuncia che se i problemi dovessero continuare porterà l’argomento all’attenzione della Rsu. «Il pronto soccorso è un posto delicato, ci sono stati sempre problemi ma il personale con sacrificio e professionalità ha cercato di sopperire alle carenze», conclude, «ora vive in una situazione di tensione, le persone sono impaurite dalla minaccia di provvedimenti disciplinari. Queste decisioni creano conflitti fra colleghi e non c'è più collaborazione. Con lo scarso personale, sia medico che infermieristico - il tutto si aggraverà d'estate - è una situazione molto difficile da gestire». (a.f.)

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