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Alpinisti teramani trovano tracce dello Yeti in Nepal

Rientrati dall'Himalaya dove hanno raccolto testimonianze su una grande scimmia bianca: "Lo Yeti esiste"

TERAMO. Si è conclusa con successo la spedizione italiana in Nepal “Extreme Malangur 2015” del Team Explora Nunaat. Dopo tre intense settimane vissute tra le vette himalayane e nei villaggi della Valle della Rolwaling distrutti dal sisma del 25 aprile scorso, gli alpinisti guidati dal teramano Davide Peluzzi sono rientrati in Italia con un ricco bagaglio di esperienze umane e con ulteriori passi avanti nelle ricerche alle quali il team sta lavorando. Il progetto, al quale hanno preso parte anche altri alpinisti teramani (Gaetano Di Blasio, Giuseppe De Angelis, Marco Di Marcello, Giuliano Di Marco e Giorgio Marinelli), ha coniugato l’esplorazione del territorio alla solidarietà e alla ricerca scientifica. Sono stati portati aiuti economici alle popolazioni nepalesi e sono stati effettuati nuovi studi sull’etnia sherpa e per ricercare tracce dello Yeti.

«Sono molteplici le testimonianze e gli indizi raccolti negli anni che sembrano supportare l'ipotesi della presenza dello Yeti», commenta Peluzzi, «attualmente le testimonianze da noi raccolte sono quelle della presenza attuale e reale di una specie di grande scimmia bianca sulle pendici delle montagne e nelle foreste dell’Himalaya denominata Malangur (grande scimmia)». Tra gli scopi della spedizione anche lo studio, l’esplorazione e rilevamento fotografico del ghiacciaio Ripimo e la prosecuzione degli studi antropologici e genetici delle popolazioni himalayane avviati nel corso delle precedenti spedizioni e svolti in collaborazione con il laboratorio di antropologia molecolare dell’università di Bologna.

La Extreme Malangur Expedition 2015 è stata la prima spedizione italiana a recarsi nel distretto di Dolaka-Rolwaling, epicentro del secondo grande terremoto di 7,4 gradi Richter che ha devastato gran parte dell’area himalayana. «È stata consegnata a referenti locali», aggiunge Peluzzi, «la documentazione relativa alla proposta di un progetto pilota dell’International Research School of Planetary Science finalizzato al monitoraggio del rischio sismico mediante rilevazioni satellitari e aeree». A Beding, inoltre, è stato firmato il gemellaggio tra il comune di Fara San Martino e la valle del Rolwaling. A Kathmandu grazie al professor Prem Kumar Khatry sono stati fatti altri passi avanti per il rafforzamento del gemellaggio tra il Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga e quello del Gaurishankar.

Evelina Frisa

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