Amianto nel castello Della Monica

La denuncia sulla pagina Facebook dello studioso Primoli: c'è l'eternit nel padiglione est

TERAMO. Amianto, sconfinamenti e occupazioni nel giardino del castello della Monica, uno dei fiori all’occhiello di Teramo che si trova in uno stato di totale abbandono. La denuncia arriva da Fabrizio Primoli, studioso esperto del castello, con la pubblicazione di vari scatti e interventi sulla sua pagina Facebook. «Dopo l'alloggio senza contratto e senza canone di locazione all'interno di questa porzione del Castello (il padiglione est, ndc), dopo l'allargamento sospetto di qualche unità abitativa», scrive Primoli, «dopo l'occupazione e la recinzione di un'area del giardino da parte degli inquilini, dopo la quasi certa usucapione e la conseguente perdita della proprietà in capo al Comune... adesso ecco qui un'altra bella sorpresa: l'amianto! E naturalmente nessuno se n'è mai accorto». La critica generale non risparmia sindaci, assessori consiglieri né, tantomeno, i curatori dei beni culturali che si sono susseguiti negli ultimi decenni nell’amministrazione della città. In un altro intervento, infatti, lo studioso pubblica una foto risalente a 17 anni fa, in cui è stata immortalata una parte del giardino del castello visto dalle torri: «Si notano già i primi sconfinamenti e le prime occupazioni. Il tutto nell'inerzia silente del Comune. E probabilmente abbiamo perso per usucapione quel padiglione in primo piano, che costituisce il punto più a valle del castello Della Monica». La denuncia della presenza di eternit nel padiglione est va a sommarsi ad una lunga battaglia che Primoli sta portando avanti con tutta una serie di articoli apparsi negli anni sulla carta stampata e online, non ultimo un recente intervento sul blog “I due punti”. Va sottolineato, comunque, che la rimozione delle coperture in eternit non è obbligatoria per legge, se non nel caso in cui questo risulti friabile a causa di un degrado molto avanzato e sia quindi origine di rischio per la salute. Innegabile è lo stato attuale di abbandono in cui versa il castello della Monica che fa parte di un complesso più ampio costituito dal gruppo di edifici ottocenteschi e aree verdi, oggi noto come borgo medievale. Per salvare dalle infiltrazioni d’acqua e dal lento degrado tutto il castello servono interventi concreti che facciano seguito alle tante proposte di cui si è parlato in questi ultimi mesi.

Chiara Di Giovannantonio

©RIPRODUZIONE RISERVATA