Asl Teramo, Varrassi chiede di essere interrogato

Auto blu e promozioni: dopo il no del gip agli arresti domiciliari, il direttore generale sarà ascoltato dai magistrati

TERAMO. Il direttore generale dell’AslGiustino Varrassi ha chiesto di essere interrogato dai pm. E, molto probabilmente, già la prossima settimana comparirà davanti ai magistrati per rispondere alle accuse che gli vengono contestate e dare la sua versione dei fatti.

Il giorno dopo il no del gip Giovanni de Rensi s agli arresti domiciliari chiesti dalla procura, accusa e difesa delineano le prime mosse nello scacchiere dell’inchiesta . Dal posto in cui è in vacanza Varrassi dichiara di essere tranquillo, mentre il suo legale Lino Nisii preferisce non fare dichiarazioni. Nessun commento nemmeno dal procuratore Gabriele Ferretti che, insieme al sostituto Davide Rosati, ha firmato la richiesta di misura cautelare.

Il provvedimento era stato presentato dalla procura nell’ambito delle inchieste aperte sul manager che riguardano l’utilizzo delle auto di servizio dell’Asl e la promozione di Corrado Robimarga, il medico ed assessore comunale del Pdl indagato per truffa e peculato e promosso dall’azienda san itaria. Nei confronti di Varrassi la procura ipotizza i reati di peculato, abuso d’ufficio e falso documentale.

L’inchiesta sull’uso dell’auto di servizio riguarda il direttore generale e un suo stretto collaboratore, l’autista, anche lui indagato per peculato d’uso. Secondo l’accusa della procura Varrassi avrebbe utilizzato la macchina di servizio più volte dal suo insediamento sul tragitto compreso tra L’Aquila, dove risiede, e Teramo.

Il manager a questo proposito ha dichiarato di aver risarcito la Asl dopo aver scoperto, attraverso un quesito posto alla Regione, che questo non poteva essere fatto. Ma per la procura il reato è stato commesso: l’auto di servizio è stata usata per attività privata con utilizzo di carburante e telepass. Per questo, secondo l’accusa, si configura il reato di peculato d’uso.

Ma nella richiesta di arresti domiciliari presentata al giudice i pm hanno fatto riferimento all’inchiesta aperta sulla promozione di Robimarga, inchiesta in cui Varrassi è indagato per abuso d’ufficio, omissioni d’atti d’ufficio e falso documentale.

Robimarga è accusato di peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo la procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio del medico, Robimarga avrebbe fatto visite a pagamento in ospedale (cinque gli episodi contestati) senza versare il dovuto alla Asl. Accuse sempre respinte dal professionista indagato anche per essersi assentato dal suo posto di lavoro presentando falsi documenti alla Asl attestanti la sua presenza negli uffici comunalic ome assessore. Nei mesi scorsi il medico ha risarcito l’Asl con quattromila euro per il danno d’immagine causato con l’inchiesta a suo carico.

Varrassi, inoltre, è indagato anche per occultamento di atti. Per la procura (il pm che indaga è sempre Rosati) il manager non avrebbe aperto il procedimenti disciplinare nei confronti di un medico dipendente della Asl indagato per una turbativa d’asta e per cui la procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Intanto, dopo il no ai domiciliari, Sel chiede le dimissioni di Varrassi.. «Le liste di attesa per esami e ricoveri sono sempre più lunghe», dichiara Tommaso Di Febo, coordinatore provinciale di Sel, « e oggi sappiamo che alle varie indagini e avvisi di garanzia su Varrassi, si aggiunge la richiesta di arresti domiciliari, respinta dal gip, su cui occorre fare chiarezza una volta per tutte! La chiarezza su una gestione fallimentare della Asl di Teramo.

Varrassi deve dimettersi da direttore generale, la sanità

ha bisogno di una svolta soprattutto morale».

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