Autovelox, niente rimborsi

Il Comune di Canzano non risarcirà chi ha pagato

CANZANO. Esattamente due anni fa l'autovelox fisso installato a Piano di Corte cominciava a mietere contravvenzioni a raffica. Fino al febbraio del 2009, quando venne spento, le multe sarebbero state oltre 12mila. Due anni dopo, i multati che hanno fatto ricorso hanno la certezza di vedersi annullare le sanzioni. Quelli che hanno pagato, invece, di certezze non ne hanno.

Se qualche mese fa il sindaco di Canzano Francesco Di Marco era apparso possibilista sulla restituzione delle somme incassate con l'autovelox (271mila euro), adesso appare graniticamente certo di non doverle rimborsare. «Ci sono sentenze della Cassazione», dice, «per cui anche in caso di multe illegali non c'è la restituzione delle somme. Chi ha pagato ha ammesso la sua colpevolezza. E in effetti», sottolinea, «in tutta questa storia non è mai stato evidenziato che lì non si rispettava il limite di velocità. Questa, almeno, è una certezza».

Insomma: pur multato da un autovelox che non poteva essere installato in quel luogo (così ha sancito per prima la prefettura su indicazione della Polstrada, così la pensano i giudici di pace), chi ha pagato rischia di non riavere mai indietro i suoi soldi. L'unica strada appare quella di avviare un contenzioso giudiziario. E a questo si prepara Michele Petrosino, l'uomo politico di Castelnuovo che fin dall'inizio si è fatto paladino dei multati. Petrosino la vede così: «Una sentenza del Tar dell'Aquila dice testualmente che qualora l'annullamento delle multe derivi da un'ordinanza prefettizia adottata per problemi di ordine pubblico, ed è questo il caso, i soldi devono essere restituiti. Seguiterò a difendere i multati. Abbiamo già 50-60 ricorsi pronti. Non li abbiamo ancora presentati perchè stavamo aspettando che la prefettura si muovesse. Se non si muoverà, faremo ricorso ai giudici di pace».

Ecco, la prefettura. Che, su questa vicenda, avanza (si fa per dire) a passi impercettibili. L'ente, dopo aver preannunciato già nel marzo 2009 l'annullamento delle multe, ha emesso l'ordinanza in settembre. Da allora - 11 mesi fa - il Comune di Canzano non ha mai ottemperato a quanto disposto nel decreto prefettizio, che gli impone di notificare a tutti i multati l'archiviazione delle sanzioni. Il Comune ha fatto ricorso al Tar (che per ora gli ha negato la sospensiva) e ha deciso di attendere la sentenza prima di muoversi. Sembrava scontato che la prefettura inviasse un commissario ad acta per effettuare le notifiche "scansate" dal Comune. Invece, da mesi, sono in corso estenuanti verifiche nel municipio di Canzano e nulla ancora ne consegue. Sulla questione Petrosino ha presentato un esposto in procura. «Il Comune di Canzano», dice, «sta violando la legge, è un reato non ottemperare alle disposizioni di un superiore».

Discorso diverso, molto più chiaro, per chi - e sono stati tanti - ha scelto di fare ricorso. Vincendo sistematicamente, sia in prefettura che al giudice di pace. Tant'è che nell'ultimo consiglio comunale l'amministrazione di Canzano ha riconosciuto un debito fuori bilancio di 92mila euro per pagare le spese delle prime 370 sentenze del giudice di pace che lo hanno visto soccombere. E non è certo finita qui, visto che di sentenze devono arrivarne altre 6-700. Ma il Comune, a parte la vicenda penale (sindaco, due assessori ed ex comandante dei vigili rischiano il processo per abuso d'ufficio), sembra abbastanza tranquillo. I 271mila euro incassati con l'autovelox "fuorilegge", del resto, non sono bruscolini. A meno che i giudici non decidano che quei soldi devono essere restituiti a chi ha pagato le multe.

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