Banca deve risarcire 226mila euro

Interessi illegittimi: giudice la condanna a restituire i soldi al farmacista

TERAMO. E' un po' come la storia di Davide e Golia, solo che i panni di Davide li veste un farmacista teramano che ha sferrato l'attacco a un colosso bancario. A raccontare la storia è Sos utenti, associazione per la difesa dei consumatori a cui il titolare di una farmacia nei dintorni di Teramo si è rivolto, stufo di pagare centinaia e centinaia di euro di interessi alle banche. Come tutti i colleghi, infatti, è stato costretto a rivolgersi alle banche in attesa dei rimborsi provenienti dalla Asl per i medicinali a carico del servizio sanitario nazionale. Rimborsi che tardano mesi e mesi. E che comportano il pagamento di interessi, a volte mai pattuiti, e comunque spesso applicati arbitrariamente. Il farmacista si è rivolto dunque all'associazione consumatori e ha ottenuto un rimborso di 226mila euro dalla banca.

Il farmacista ha fatto in pratica causa a cinque istituti di credito, con la difesa tecnica di Gennaro Baccile, presidente onorario di Sos utenti, e quella legale dell'avvocato Emanuele Argento di Pescara. Ora è arrivata la prima sentenza del tribunale di Teramo, che condanna la banca alla restituzione di 205.648,07 euro più interessi legali per ulteriori 21.083,15 euro. Somme riconosciute, nella sentenza degl giudice Paolo Andrea Vassallo, per anatocismo, interessi, commissioni e spese illegittime pagate. Anatocismo è in pratica il calcolo degli interessi sugli interessi. Il giudice peraltro ha respinto l'eccezione di prescrizione decennale formulata dalla difesa della banca, sicchè al farmacista è stato riconosciuto quanto dovuto dal 1984 in poi. ‹‹La crisi che sta schiacciando anche l'economia abruzzese››, commenta Baccile, ‹‹può essere mitigata ricorrendo alla giustizia. Solo la Sos utenti nel 2011 ha favorito con i suoi tecnici e legali la restituzione di diversi milioni di euro agli operatori economici e in moltissimi casi evitando fallimenti oppure favorendo il recupero di risorse finanziarie a beneficio di curatele fallimentari. Molte imprese non fallirebbero o non licenzierebbero operai se facessero ricorso alla giustizia per contrastare le prepotenze bancarie che troppo facilmente ottengono decreti ingiuntivi mettendo sul lastrico imprese che in molti casi non debbono dare alcunché alle banche››.

Per il presidente ‹‹sarebbe opportuno che la Regione consideri l'istituzione di uno speciale dipartimento per risolvere le diatribe bancarie e far affluire celermente le risorse al sistema produttivo senza intasare i tribunali. I correntisti delle banche di Teramo e dintorni possono continuare a richiedere la restituzione degli anatocismi e degli interessi illegittimi sin da quando hanno aperto il conto, purché non sia stato chiuso da oltre 10 anni. Un conto chiuso nel 2002 può essere ancora rimborsato a partire dalla sua apertura, anche se fosse avvenuta 30 anni prima. E' importante però che il correntista abbia conservato gli estratti conto››.

© RIPRODUZIONE RISERVATA