Battono la banca in tribunale e la denunciano per usura
Due fratelli si oppongono al decreto ingiuntivo per rate non pagate di un finanziamento per un’auto Il giudice civile accoglie l’istanza: gli interessi moratori erano del 30% annuo, la soglia è il 15%
TERAMO. Due fratelli vincono la causa contro una banca che voleva applicare interessi usurari nel finanziamento acceso per l’acquisto di un’auto. E presentano una denuncia alla banca, accusandola ci aver commesso il reato di usura.
I protagonisti della battaglia legale sono C.D.P. e T.D.P. che nel 2002 chiesero e ottennero un finanziamento a Banca Finconsumo (poi chiamata Santander che cedette il credito alla banca Ifis). I due hanno smesso di pagare le rate e l’Ifis nel 2013 ha notificato un decreto ingiuntivo di 10.164 euro somma, che con interessi e spese legali, superava i 15mila euro. Decreto ingiuntivo a cui i due si sono opposti, assistiti dall’avvocato Berardo Di Ferdinando. Nell'opposizione Di Ferdinando ha contestato la natura usuraria della pattuizione degli interessi moratori, convenuti nell'ammontare del 30% annuo a fronte di una soglia del 15% circa (quindi ben 15 punti percentuali oltre la soglia di usura) e la mancanza dell'indicazione del valore del Taeg nel contratto.
Il giudice Francesca Avancini, nel luglio scorso, accogliendo l'opposizione soprattutto in ordine alla mancanza del Taeg, ha fatto ricalcolare gli interessi contrattuali sostituendoli con quelli minimi dei Bot. Il risultato è stata la revoca del decreto ingiuntivo con condanna dei due fratelli al pagamento di soli 5.969 euro con spese di Ctu, cioè della consulenza, a carico della banca e spese legali compensate.
Prima della sentenza Di Ferdinando aveva presentato alla Procura di Teramo denuncia penale, poi trasferita per competenza a quella di Ascoli Piceno, nella quale aveva contestato il reato di usura per quanto concerne la pattuizione degli interessi moratori. Il 25 maggio la Procura ha depositato richiesta di archiviazione del procedimento penale, ed i due fratelli hanno proposto opposizione, facendo notare come la stessa Ctu disposta dalla Procura avesse ammesso che il tasso di mora pattuito nel contratto fosse usurario ed insistendo per la richiesta di rinvio a giudizio della banca. Il Gip di Ascoli Annalisa Giusti, con provvedimento del giugno scorso ha fissato l'udienza di discussione in camera di consiglio per il 18 settembre prossimo. E in udienza sarà depositata la sentenza civile del Tribunale di Teramo, in cui viene ammessa l'usurarietà della pattuizione degli interessi moratori, chiedendo dunque il rinvio a giudizio della banca.
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