Betafence, incontro in videoconferenza 

Il tavolo al ministero si farà il 1° settembre ma da remoto. I sindacati protestano: «Scelta sbagliata»

TORTORETO. I 155 lavoratori a rischio della Betafence di Tortoreto ottengono l’attivazione del tavolo di crisi al Ministero dello sviluppo economico: l’appuntamento è per il primo settembre, come annunciato dal governatore Marco Marsilio che si era impegnato a fare da tramite con il Mise. L’incontro si terrà però in videoconferenza, come misura anti-Covid, e questo non è piaciuto ai sindacati. «La celere convocazione è sicuramente una buona notizia», scrivono in una nota congiunta la Fim Cisl e la Fiom Cgil, «in videoconferenza sarà però impossibile incontrare fisicamente chi ha preso la sciagurata decisione di chiudere uno stabilimento che guadagna e gli esponenti del ministero. Saremo quindi costretti a discutere temi delicati e difficili, con conseguenze potenzialmente drammatiche, con gli interlocutori aziendali che, da Londra, avranno gioco facile nello sfuggire davanti alle loro responsabilità». I sindacati chiedono di esaminare «un piano industriale che prevede la delocalizzazione in Polonia, ma che non ha nessuna logica né sostenibilità economica. Così come si dovrà discutere della speculazione finanziaria che si cela dietro la manovra e delle responsabilità del fondo Carlyle di Marco De Benedetti. E di un eventuale futuro del sito anche senza la Betafence, alla luce dei diversi interessamenti. Tutti temi che non è possibile trattare davanti lo schermo di un computer. Per questo chiediamo a tutta la politica locale di impegnarsi affinché la riunione si faccia in presenza». Per l’attivazione del tavolo di crisi al Mise nei giorni scorsi si era speso con forza anche il parlamentare tortoretano Antonio Zennaro, erroneamente indicato nell’articolo di ieri come deputato del M5S, gruppo che invece ha lasciato tempo fa per aderire al gruppo misto della Camera.
Luca Tomassoni
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