Bosco Martese, il ricordo dedicato ai più giovani

26 Settembre 2024

Al Ceppo l’associazione dei partigiani celebra lo scontro con le truppe tedesche Franchi: «Su queste montagne scritta una pagina importante della Resistenza»

ROCCA SANTA MARIA . «Sulle nostre montagne è stata scritta una delle pagine più belle della Resistenza italiana. Giovani di diverso orientamento politico, nazionalità e credo religioso, tutti animati dallo stesso desiderio: la riconquista della libertà e della democrazia». Con tono solenne le parole del presidente provinciale Anpi, l'associazione nazionale partigiani, Antonio Franchi, sono riecheggiate tra la natura incontaminata del Ceppo e nel silenzio dei tanti partecipanti davanti al monumento del partigiano per le celebrazioni dell’81° anniversario della battaglia di Bosco Martese. Era il 25 settembre del 1943 quando la località della Laga divenne lo scenario del primo scontro in campo aperto tra forze partigiane – soldati italiani e non, ex prigionieri di guerra, gruppi di antifascisti e civili teramani antifascisti che si erano riuniti il 21 settembre al Ceppo capitanati dal carabiniere Ettore Bianco – e truppe tedesche che si ritirarono dopo più di tre ore di conflitto. Un tassello importante della storia della Liberazione e una cerimonia che ogni anno assume significati profondi con spunti di riflessione.
Come da tradizione c'è stata prima la deposizione della corona d'alloro al monumento ai fucilati al mulino De Jacobis e dopo l’omaggio ai caduti nel piazzale del Ceppo. «Siamo qui per lasciare un messaggio di pace e di concordia», ha proseguito Franchi, «oggi la Resistenza vive nella Costituzione repubblicana e a voi giovani lancio un appello: la libertà è un bene assoluto che si conquista una volta per tutte e, come ammoniva il partigiano Pertini, va difesa ogni giorno contro le insidie e i nemici che sono sempre in agguato». Presenti il prefetto Fabrizio Stelo, il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, i sindaci di Rocca Santa Maria Lino Di Giuseppe, di Teramo Gianguido D’Alberto e di Castelli Rinaldo Seca, il presidente del consiglio di Teramo Alberto Melarangelo, rappresentanti della Cgil, i delegati dei Comuni di Roseto e Colledara, il docente Andrea Sangiovanni per l’Università di Teramo, il presidente di Anpi Teramo Antonio Topitti, gli alpini, varie associazioni culturali, ma soprattutto 300 studenti della provincia che hanno condiviso e approfondito un’importante pagina di storia. Ai giovani si sono rivolti gli interlocutori, ribadendo il sacrificio dei loro coetanei per la libertà, l’importanza della memoria e dei valori della Costituzione ed esortandoli a essere custodi della storia. «Democrazia e libertà non solo valori acquisiti per sempre; dobbiamo riscoprire e trasmettere alle nuove generazioni quei valori che animarono gli uomini e le donne della Resistenza», ha detto D’Alberto, «Aldo Moro diceva che “la Resistenza viene da lontano e va lontano”. Bisogna, quindi, garantirla e difenderla: il nostro antifascismo non è solo una nobilissima affermazione ideale, ma un indirizzo di vita, un principio di comportamento coerente».
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