Bosone, scienziato giuliese fra gli scopritori

6 Luglio 2012

Il ricercatore Lo Sterzo fa parte dell’equipe del Cern che ha provato l’esistenza della “particella di Dio”

GIULIANOVA. Bosone di Higgs, nota anche come "particella di Dio” è anche un po’ giuliese. Francesco Lo Sterzo è il giovane ricercatore che fa parte dell'equipe di scienziati responsabile dell'importante scoperta. I dettagli li racconta Claudio Lo Sterzo, docente di chimica nella facoltà di agraria dell'università di Teramo, e padre di Francesco. L'esistenza del bosone, teorizzata già 48 anni fa da Peter Higgs, è stata annunciata al Cern di Ginevra due giorni fa: grazie a questa particella, ogni cosa ha una propria massa e la materia esiste per come la conosciamo. «Francesco, che vive a Ginevra, era tornato a Giulianova domenica, per partecipare al matrimonio della cugina», racconta il padre, «ma il lunedì era subito ripartito perchè aveva un impegno di lavoro, e non ci aveva detto che si trattasse della conferenza che annunciava una simile scoperta». Francesco, 26 anni, è nato a Roma e lì si è laureato, all'università La Sapienza, in fisica delle particelle; subito dopo si è trasferito a Chicago per la laurea specialistica, quindi a Ginevra, dove ha effettuato il dottorato di ricerca. In Svizzera, assieme ad altri scienziati italiani dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, Francesco comincia a lavorare, nell'ambito del progetto Atlas, al cospetto dell'Lhc, il grande macchinario nel quale si effettuano i più importanti esperimenti scientifici a livello mondiale. Nel Cern lavorano circa 10.000 persone, delle quali 3.000 italiane, e Francesco Lo Sterzo è una di queste, protagoniste di una svolta epocale nel mondo scientifico. «Siamo molto contenti, e lo è anche Francesco, perchè questa scoperta apre la strada ad un mondo di lavoro in campo scientifico», sostiene Claudio Lo Sterzo, orgoglioso che una piccola parte di Teramo e dell'Abruzzo sia coinvolta in questo grande passo in avanti. Il docente di chimica, nato a Giulianova 57 anni fa, a 18 anni si è trasferito a Roma, dove si è laureato in chimica e dove ha vissuto fino al 2004 con i suoi 7 figli, per poi tornare nella sua terra d'origine. Una vocazione scientifica, quella dei Lo Sterzo:Francesco non è il solo figlio impegnato in tale ambito di lavoro e studio. Il docente giuliese loda l'università italiana e rifugge dal termine "fuga di cervelli": «Non costituisce una perdita il fatto che i ragazzi siano costretti ad andare a lavorare fuori», dichiara Lo Sterzo, «così come mio padre, operaio emigrato in Germania portò ricchezza in Italia e alla nostra famiglia, anche i ragazzi che "esportano" all'estero il proprio sapere un domani porteranno vantaggi all'Italia». (s.p.)

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