Botte alla moglie incinta, operaio a giudizio

10 Ottobre 2025

L’uomo indagato dopo la denuncia della consorte picchiata per le scale di casa e medicata in ospedale

TERAMO. Botte alla moglie incinta, urla davanti al figlio piccolo e minacce continue: nell’Italia dei maltrattamenti senza tregua le storie di violenze scivolano nelle aule di giustizia come in una catena di montaggio. Drammaticamente uguali. A volte con particolari diversi in scenari che si ripetono.

Come il caso che è finito nell’udienza preliminare al termine della quale il gup Roberto Veneziano ha rinviato a giudizio un 40enne operaio teramano accusato di maltrattamenti nei confronti di quella che all’epoca dei fatti era la compagna. Secondo l’accusa l’uomo in più occasioni e sempre ubriaco avrebbe picchiato la donna al quinto mese di gravidanza, spesso anche davanti al figlio di 7 anni. E non solo.

Secondo la Procura, inoltre, l’uomo in un’occasione l’avrebbe minacciata di morte per impedirle di usare il telefono cellulare e di chiamare i suoi familiari per chiedere aiuto. I maltrattamenti sarebbero andati avanti per mesi, fino a quando lei ha preso il figlio e ha lasciato il marito andando a vivere da alcuni parenti.

Poi ha presentato la denuncia che ha fatto scattare l successivo procedimento giudiziario con il rinvio a giudizio dell’uomo che a processo dovrà difendersi dalla pesante accusa di maltrattamenti aggravati dalle condizioni della donna, presa a schiaffi in gravidanza e per questo refertata al pronto soccorso, e dalla presenza del figlio minorenne. (d.p.)

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