L’OSSERVATORIO sull’acqua: zero fatti e zero trasparenza 

«C’è un muro di gomma sul caso Gran Sasso»

TERAMO. «Sono trascorsi esattamente due anni dalla grande manifestazione per l’acqua trasparente che l’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso organizzò l’11 novembre del 2017. Fu una...

TERAMO. «Sono trascorsi esattamente due anni dalla grande manifestazione per l’acqua trasparente che l’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso organizzò l’11 novembre del 2017. Fu una delle più grandi manifestazioni mai fatte a Teramo con circa 3.500 partecipanti e l’adesione della Provincia, dell’assemblea dei sindaci e di decine e decine di associazioni, comitati, sindacati e forze politiche che attraversarono in modo pacifico e colorato il centro cittadino». Comincia così una nota dell’Osservatorio indipendente – che raccoglie dieci associazioni – sul caso Gran Sasso. Gli ambientalisti continuano: «Dal palco e durante il corteo furono ribadite le richieste dell’Osservatorio e della comunità abruzzese: 1)sicurezza per l’acqua; 2) azzeramento del rischio; 3) trasparenza e partecipazione. Rispetto a queste richieste, cosa è stato fatto di concreto in questi due anni? Poco o nulla, purtroppo. Non un solo metro quadro dei Laboratori o delle gallerie autostradali è stato messo in sicurezza. Il Comitato creato dalla Regione per individuare gli interventi necessari ha messo a punto un programma, ma quanto previsto non è stato neppure progettato. È stata dichiarata una nuova emergenza (emergenza ventennale!), ma da luglio ancora non è stato nominato il commissario straordinario che dovrebbe gestire la messa in sicurezza dell’acquifero. Su partecipazione e informazione non è stato fatto nessun passo avanti e ancora una volta la società civile non è stata concretamente coinvolta. Lo stesso processo davanti al tribunale di Teramo per l’incidente del maggio 2017 a distanza di più di due anni e mezzo ancora non è effettivamente partito. La politica locale, regionale e nazionale sembra essersi completamente dimenticata della questione».
La conclusione è amara: «Le associazioni che compongono l’Osservatorio continuano a essere presenti in tutte le sedi dove è possibile far sentire la propria voce Ma viene realmente da chiedersi cos’altro si può fare di fronte a questo muro di gomma».(red.te)