Camere di commercio, stop alla fusione 

Il presidente del Tar accoglie l’istanza di sospensione presentata dall’ente di Teramo contro l’unificazione con L’Aquila

TERAMO. Bloccata la fusione delle Camere di commercio di Teramo e dell’Aquila. Il presidente della prima sezione del Tar dell’Aquila ha accolto «l’istanza di sospensione interinale fino alla trattazione collegiale dell’istanza cautelare che si fissa per la camera di consiglio dell’11 marzo». La decisione del giudice si riferisce al decreto del presidente della Regione Abruzzo, del 9 gennaio, che dà l’avvio al processo di fusione nella Camera di commercio del Gran Sasso.
L’ente camerale teramano, presieduto da Gloriano Lanciotti, aveva presentato agli inizi della settimana il ricorso contro Regione Abruzzo, il ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere nazionale e l'ente camerale aquilano opponendosi alla costituzione della Camera di commercio Gran Sasso d'Italia, tra le altre cose, per la differente condizioni dei due enti, quello aquilano ritenuto fermo nella sua attività, e quello teramano, attivo e virtuoso verso il proprio territorio. Fra i passi salienti del ricorso, stilato dagli avvocati Carlo Scarpantoni e Pietro Referza, c’è la tesi secondo cui il decreto ministeriale del febbraio 2018, qualora annullato dalla Corte costituzionale, travolgerebbe anche quello del 21 gennaio del 2017 che istituiva la Camera di commercio del Gran Sasso. Collegato a questo discorso è stato sottolineato nel ricorso che non è stata rispettata la “sospensione impropria del giudizio” laddove penda una questione di legittimità costituzionale di una norma. E in effetti è attesa per l’8 aprile la decisione della Corte Costituzionale sulla norma che a livello nazionale impone la fusione alle Camere di commercio.
L’accoglimento dell’istanza deve essere, dunque, sottoposto alla camera di consiglio che può condividere la valutazione del presidente del Tar o meno. Comunque, a conti fatti, dopo l’11 marzo non ci sarebbero più i tempi per far concretizzare la fusione prima dell’attesa sentenza dell’8 aprile: fra la designazione dei nomi dei 28 consiglieri del nuovo ente, l’invio dei loro curriculum alla Regione che poi li deve esaminare prima di nominarli, passeranno un paio di mesi.
Soddisfatto di questa prima vittoria è il presidente Lanciotti: «È stato sospeso il procedimento, mi auguro che la nostra tesi venga accolta anche in camera di consiglio considerando che tutte le Camere di commercio che si sarebbero dovute fondere sono in una situazione di attesa rispetto alla sentenza della Corte costituzionale. Ci rimettiamo alla saggezza dei giudici. E' comunque un segnale che il nostro ricorso non è campato in aria».
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