Casa del popolo: «Stop sfratti, in città 80 persone senza casa»
TERAMO. Ci sono spaccati di Teramo simili a profonde lacerazioni. Di quelle che stanno lì, da tempo, dolorose e non sanate. Ferite sulle quali la Casa del popolo tiene accesi i riflettori, in attesa...
TERAMO. Ci sono spaccati di Teramo simili a profonde lacerazioni. Di quelle che stanno lì, da tempo, dolorose e non sanate. Ferite sulle quali la Casa del popolo tiene accesi i riflettori, in attesa che chi di dovere vi metta sopra dei cerotti. Un'attesa fatta di denunce pubbliche e mobilitazioni di piazza, come quella organizzata per venerdì alle 18 in largo San Matteo, davanti alla Prefettura. Un luogo non casuale, ma scelto per tornare a chiedere al prefetto di congelare gli sfratti in un momento particolarmente critico per la città. «È una misura che si può adottare e che ora si deve adottare perché ci sono tante famiglie che rischiano di finire per strada con sfratti esecutivi alla porta», ha detto in conferenza stampa Davide Rosci, referente della Casa del popolo. Una conferenza che ieri ha scelto di tenere in via Giovanni XXIII, a Colleatterrato, uno dei quartieri simbolo di quelle ferite mai sanate sotto il profilo abitativo. «Ricostruzione all'anno zero, degrado e trascuratezza. E, paradossalmente, anche case disponibili ma mai assegnate. Sembra assurdo che accada in una città dove ci sono persone in attesa di una casa da anni» aggiunge Rosci. Al civico 14 della via, infatti, l'Ater avrebbe fatto realizzare degli appartamenti al pianterreno della palazzina, regolarmente abitata. Ma quelle nuove case, finite, sarebbero vuote per via di un contenzioso fra l'azienda di edilizia residenziale pubblica e la ditta esecutrice dei lavori.
«È uno scandalo. Basti pensare che ci sono 256 persone che hanno fatto richieste per una casa popolare, oltre 80 sono senza un alloggio stabile. A Teramo questo tema deve essere affrontato subito: le famiglie in difficoltà sono troppe e le istituzioni sono sorde», prosegue Rosci ricordando l'altra grande ferita, quella di via Longo e delle sue palazzine, e sottolineando come gli sfratti non guardino in faccia a nessuno. Persone di mezza età rimaste senza lavoro, madri con figli disabili, famiglie con bimbi piccoli: «Venerdì chiederemo al prefetto di bloccare gli sfratti fino a quando non rientra l'emergenza terremoto che è evidentemente ancora in atto visto che la ricostruzione è ferma», conclude Rosci.(v.m.)