Casapound apre in Val Vibrata

Gli antifascisti si mobilitano subito: "Quel circolo va chiuso"

SANT'EGIDIO. No all'apertura di Casapound. Fa appello alle forze politiche, istituzionali e associazionistiche il Coordinamento antifascista della Val Vibrata affinchè ci si mobiliti per bloccare l'insediamento del gruppo sul territorio.

La neonata associazione, che ha sede a Sant'Egidio, è denominata Spazio 17-Estetica d'azione. «È legata alla ben più nota organizzazione neofascista Casapound Italia e si presenta alla cittadinanza di Sant'Egidio come "culturale" provando ad eludere l'opinione pubblica», sostiene il movimento antifascista. «Ma è bene sottolineare, a coloro che non ne sono a conoscenza, che i militanti di Casapound si autodefiniscono i "fascisti del terzo millennio". Abbiamo deciso di denunciare in maniera forte e decisa il pericolo di insediamento sul territorio di organizzazioni che perseguono intenti ritenuti illegali dalla Costituzione e contrari alla legge. Associazioni che dietro una facciata buonista hanno carattere xenofobo e promuovono politiche di discriminazione, e non di rado si rendono protagoniste di atti di violenza».

Gli antifascisti, riunitisi in assemblea a Nereto, si rivolgono ai sindaci della Val Vibrata e al prefetto per impedire «che riverberi fascisti si insedino in Val Vibrata, violentando la memoria storica di un territorio che si è contraddistinto per le lotte partigiane e democratiche». Contro ogni tipo di intolleranza annunciano inoltre una campagna di sensibilizzazione.

Intanto il nuovo gruppo legato a Casapound ha diffuso una nota per rivendicare la diffusione di volantini tricolori anche in Val Vibrata, in particolare a Civitella, in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Sul fronte solo una scritta, «W l'Italia», mentre sul retro Casapound dice così la sua su cosa vuol dire essere italiani: «Tu non sei una barzelletta, una ricetta, un monumento. Tu non sei l'arte di arrangiarsi e il chi te lo fa fare. Tu non sei una pizza o una gondola, come ti vorrebbero all'estero. Tu non sei le divisioni artificiose, i particolarismi, i menefreghismi». E via di questo passo fino a: «Tu sei italiano. E hai una rivoluzione da fare».

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