Centro Il Grillo, sì alla mega sanatoria

Martinsicuro, i giudici bloccano la demolizione di 7mila metri quadri purché ci sia l’accordo tra Comune e privati

MARTINSICURO. Il Consiglio di Stato ha emanato la sentenza sulla questione del centro affari il Grillo. Potrebbe essere la parola fine su una questione che si trascina da cinque anni nelle aule giudiziarie. Il Consiglio di Stato ha, in linea di massima, confermato la sentenza del Tar Abruzzo emessa nel gennaio 2011, spianando la strada a un accordo tra le parti basato sullo strumento dell’autotutela che eviti la demolizione delle cubature in eccesso. La magistratura invita, insomma, Comune e proprietà a trovare un accordo. L’amministrazione dovrà valutare attraverso l’Agenzia del territorio la valutazione venale delle opere in eccesso per poi intavolare una trattativa con la proprietà, che pagherebbe una somma ritenuta congrua per avere la sanatoria. Questa la strada è indicata sia dal Tar che dal Consiglio di Stato.

Dalle prime indiscrezioni emerse sembra che la proprietà, pur non condividendo la sentenza, vi si rimetterà ,senza però escludere successivi ricorsi in quanto i propri interessi sono stati pesantemente danneggiati da uno stop di cinque anni. E’ una storia travagliata quella della realizzazione del centro commerciale nei pressi del casello A14, con la proprietà che ha investito oltre 30 milioni di euro. La controversia è data da una differenza di circa 7.600 metri di superficie netta ,scaturita da una variante approvata dal Comune nel 2003 e poi ritirata dallo stesso ente con un intervento di autotutela nel 2009. Ne è seguita una serie di provvedimenti giudiziari che hanno portato nel marzo 2010 al sequestro della parte eccedente,ovvero quattro piani, dislocati in due distinti fabbricati,destinati ad attività commerciali ed uffici per un totale di 4.800 metri quadri e il costruendo albergo per 3.000 metri quadri. Per questo la società investitrice ha dovuto subire un notevole dispendio di risorse economiche.

Dopo la sentenza bisogna verificare la strada da intraprendere. Si dovrebbe passare per l’Agenzia del territorio per trovare la soluzione, ma la società potrebbe anche murare la parte in eccesso e continuare la battaglia legale fino alla Corte Europea di Strasburgo portando avanti le sue tesi. Tesi che sono datate agosto 2005, quando la proprietà ha acquistato il terreno dove sorge il centro commerciale unitamente al progetto approvato. In quel momento, quindi, l’iter amministrativo (comunale,provinciale e regionale) era concluso. Ma nell’ottobre dello stesso anno venne ritirato il permesso a costruire.

Indiscrezioni danno che la proprietà ha già avuto un incontro con la nuova amministrazione retta da Paolo Camaioni e che ci sarebbero buone possibilità di mettersi a tavolino per risolvere la spinosa vicenda. Nel complesso commerciale,attualmente, sono in funzione 14 attività commerciali mentre i sigilli hanno fermato la rifinitura degli altri locali e la realizzazione dell’hotel. A fronte di questo la proprietà ha iniziato la battaglia legale chiedendo al Comune un maxi risarcimento di oltre 17 milioni di euro. Nel contempo anche il Comune si era mosso sotto l’aspetto risarcitorio chiedendo alla proprietà 5 milioni di euro per danno al territorio e all’immagine. La speranza di tutti è che questa telenovela si concluda a breve per il bene della cittadina.

Sandro Di Stanislao

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