Cerrano, delfino ucciso dalle reti da pesca 

L’area marina protetta: «Il fenomeno preoccupa, sono anni che fa registrare numeri importanti»  

PINETO. Dopo le tre tartarughe “Caretta caretta” decedute negli ultimi tre mesi sulla costa tra Silvi e Pineto, le reti e la plastica hanno ucciso anche un delfino, ritrovato spiaggiato venerdì nei pressi della torre di Cerrano. È stata immediatamente attivata la rete regionale spiaggiamenti con l’intervento del Centro studi cetacei e della capitaneria di porto di Silvi. Al termine delle operazioni di misurazione e raccolta dati, l' istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo ha prelevato la carcassa sulla quale verranno condotte indagini necroscopiche e analitiche finalizzate alla determinazione delle cause di morte. Dal rostro del delfino, un tursiope femmina di oltre due metri di lunghezza, era ben visibile un frammento di rete che sarà oggetto di approfondimenti. In una nota il parco marino evidenzia: «La presenza della rete è l’ennesima conferma che l’interazione tra delfini e attrezzature da pesca sono un fenomeno di rilievo che preoccupa. Monitoriamo con costanza il problema che, ormai da diversi anni, fa registrare numeri che non possono essere sottovalutati».
Intanto nei giorni scorsi l’Amp (area marina protetta) Torre del Cerrano ha ottenuto ufficialmente l’accesso alla Fase 2 della Carta europea per il turismo sostenibile (Cets). «Con questa conferma», dichiara il presidente Fabiano Aretusi, «avvieremo il processo di certificazione Cets-Fase 2 non solo per le strutture ricettive, ma anche per gli stabilimenti balneari. Inizieremo a breve una serie di incontri con gli operatori interessati a diventare “Amici del Parco”, in maniera da poter arrivare a certificare le prime strutture già nel marzo 2023». ( d.f.)