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Cinghiali, è allarme

«Coltivazioni distrutte, agricoltori in rivolta»

TERAMO. I danni causati alle colture e ai raccolti dalle scorribande dei cinghiali al termine di un’estate segnata dal maltempo, hanno destato non solo la preoccupazione degli agricoltori, ma anche quella di Coldiretti Teramo. «Le istituzioni devono agire in tempi certi, senza farsi incastrare da un’assurda burocrazia», ha dichiarato Silvana Verdecchia, presidente della Coldiretti teramana, «a risolvere il problema non è bastata la costante richiesta di collaborazione alle istituzioni preposte».

Mentre Coldiretti continua a monitorare la situazione a livello regionale per coltivazioni agricole e allevamento, c’è chi chiede da subito azioni risolutive. «È sempre più necessario ricreare l’equilibrio tra fauna e flora selvatica per contenere i danni alle produzioni e agli animali», ha sottolineato il direttore Massimiliano Volpone, «attraverso l’abbattimento delle specie dannose e pericolose anche per l’incolumità pubblica». Nella foto qui accanto, inviata da un agricoltore di Penna Sant'Andrea, è possibile vedere le conseguenze dell’operato dei cinghiali nei campi.

Come emerge dalle preoccupazioni del comitato imprenditori agricoli abruzzesi, il problema sembra esteso a tutta la fauna selvatica. «A causa dei molteplici avvenimenti il mondo agricolo, arrivato all'esasperazione, è in rivolta. Vengono distrutti interi raccolti», si legge in una nota diffusa dal presidente Stefano Verdecchia, «per non parlare delle razzie all'interno di ovili e pollai o della selvaggina trovata spesso morta nei campi». Sul tema domani, dalle 15 alle 19, si terrà un dibattito organizzato dal comitato degli imprenditori agricoli alla Camera di commercio di Teramo. (c.d.g.)

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