Commissione bis sullo stadio: l’opposizione chiama i carabinieri

Rabbuffo: «Non ci danno i documenti dell’arbitrato». E Antonetti abbandona subito la seduta Il consigliere di maggioranza Malavolta: «L’accordo raggiunto conviene anche al centrodestra»
TERAMO. C'è chi parlando di «farsa» si è alzato ed è andato via, come il consigliere di Forza Italia Carlo Antonetti, e chi ha chiamato i carabinieri, come il consigliere leghista Berardo Rabbuffo. È stata una commissione vivace quella di ieri, la seconda dedicata allo stadio Bonolis e all'accordo fra Comune e Soleia che approderà lunedì in consiglio comunale. Rabbuffo, insistendo sulla mancata consegna dei documenti dell'arbitrato (in corso fra le parti, ma congelato in virtù dell'accordo che va in aula), ha chiamato i carabinieri ritenendo compressi i diritti dei consiglieri. I militari hanno verbalizzato l'intervento e le dichiarazioni di Rabbuffo. Un gesto eclatante, preceduto dalle parole di Antonetti che ha parlato della commissione, a tre giorni dal consiglio, come di «ennesimo, irrituale e grave atto della maggioranza» e di «goffo e maldestro tentativo di celare, in assenza della integrale e necessaria documentazione più volte richiesta, la totale carenza di trasparenza, partecipazione, informazione e correttezza istituzionale», ha detto abbandonando i lavori.
Animi più quieti in maggioranza. «Dopo commissioni, approfondimenti e la divulgazione di una gran mole di dati emerge chiaramente la possibilità e la volontà del concessionario, indipendentemente dagli esiti dell’arbitrato, di ricorrere al recesso», commenta Luca Malavolta (Insieme Possiamo), «la convenzione, infatti, all’articolo 30 e in sintonia con l’articolo 192 del Codice degli appalti, concede al concessionario nel caso di eventi imprevisti e imprevedibili – quale il Covid – l’opzione di recedere, una volta tentato l’arbitrato, dalla convenzione richiedendo un importo “pari al valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti, oltre agli oneri accessori”. Questo valore si aggira sugli 8 milioni di euro. L'impianto passerebbe nelle mani del Comune e anche la gestione. Questa considerazione prescinde e supera qualsiasi altra relativa sia all’importanza dell’arbitrato sia al futuro utilizzo dello stadio, che dovrà comunque essere gestito in maniera trasparente, economica e socialmente utile. L’operazione dovrebbe trovare il consenso di tutti e in particolar modo dell’opposizione. Qualora si realizzasse quanto prospettato nell’accordo proposto, l’attuale amministrazione si farebbe carico di un esborso di due milioni subito, lasciando alle future amministrazioni fino al 2041 dei flussi di cassa positivi. Mi pare statisticamente inevitabile, pur nella mia moderata partigianeria, vedere da qui al 2041 un’esperienza amministrativa di centrodestra», conclude il consigliere, «per quante obiezioni si possano muovere, anche legittimamente, su aspetti dell’accordo e sulle sue possibili conseguenze, non è possibile accettare la responsabilità, a mio avviso non solo politica, di ignorare la cosa più importante: l’interesse di Teramo e dei suoi contribuenti».
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