Università. Accusato di aver fatto sparire 500mila euro, conti sequestrati

Confessa tra le lacrime

Interrogato il funzionario arrestato per peculato

TERAMO. Piange, confessa e spiega come ha fatto ad appropriarsi di circa 500mila euro in meno di quattro anni. Tiberio Di Giuseppe, il funzionario dell'università di Teramo arrestato per peculato, davanti al giudice ammette e si pente. Al termine dell'interrogatorio il suo difensore Gennaro Lettieri ha chiesto gli arresti domiciliari. Oggi la decisione del giudice. Di Giuseppe, 45 anni, incensurato, responsabile dei trattamenti economici dell'università, davanti al gip Guendalina Buccella, non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha deciso di parlare.

In un'ora di faccia a faccia con il giudice ha spiegato alcuni meccanismi usati per accreditare sul suo conto corrente soldi che non gli spettavano gonfiandosi così lo stipendio. Secondo l'accusa in una occasione l'uomo avrebbe fatto anche un versamento di 76 mila euro. Il tutto facendo operazioni con vari sistemi informatici che non risultavano sulla carta e che quindi sfuggivano ai controlli. Tante le domande fatte dal gip, che gli ha chiesto anche se quei soldi gli erano serviti per pagare costosi vizi personali. Il suo conto corrente è stato sequestrato, così come il computer di casa e quello dell'ufficio.

Nell'inchiesta del procuratore Gabriele Ferretti e del pm Roberta D'Avolio non ci sono altri indagati. L'indagine è partita qualche mese fa dopo la denuncia fatta direttamente dagli uffici del rettorato. Le indagini sono iniziate immediatamente utilizzando anche accertamenti bancari. Gli accertamenti fatti dagli investigatori si sono trasformati in rapporti approdati sul tavolo dei magistrati che hanno chiesto e ottenuto il sequestro di alcuni conti bancari. Secondo l'accusa il funzionario, che si occupa degli stipendi del personale all'università di Teramo, negli ultimi quattro o cinque anni si sarebbe appropriato di circa 500 mila euro, "gonfiando" il suo stipendio.

Sembra che periodicamente aumentasse arbitrariamente il suo stipendio mensile con alcuni mandati a suo nome di importi sempre diversi. Inizialmente si era diffusa la voce che l'uomo fosse stato arrestato all'università, nella sede di viale Crucioli dove si trova il suo ufficio, ma questa versione è stata smentita. Il funzionario, che da qualche giorno era in ferie, è stato arrestato martedì sera nella sua abitazione di Teramo dai carabinieri del reparto operativo. Sembra che l'uomo alla vista dei carabinieri che gli notificano l'ordinanza di custodia abbia detto: «Sapevo che prima o poi sareste arrivati». Nei prossimi giorni, intanto, l'università dovrebbe decidere il provvedimento da adottare nei confronti dell'uomo: non è esclusa la sospensione. (d.p.)

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