Convinto a vendere la casa per la cocaina: in 3 vanno a processo

14 Novembre 2025

Parte offesa un uomo malato psichico e tossicodipendente: «Con 100mila euro possiamo comprare 4 chili di droga»

TERAMO. Approfittando della sua condizione di salute (gli è stato diagnosticato un disturbo bipolare) aggravato dall’uso di cocaina, lo hanno convinto a vendere una casa di sua proprietà per acquistare 4 chili di cocaina. La vittima è un quarantenne teramano per cui successivamente è stato nominato un amministratore di sostegno.

In tre, tra cui una coppia di etnia rom, sono stati rinviati a giudizio al termine dell’udienza preliminare che si è svolta davanti al giudice Lorenzo Prudenzano. Tutti sono accusati di circonvenzione di persone incapaci. Gli indagati nell’inchiesta della pm Monia Di Marco erano in quattro ma per uno c’è stato un non luogo a procedere. Secondo l’accusa, che dovrà essere provata nel corso del processo che inizierà a marzo, i tre prima avrebbero convinto l’uomo a fare loro un prestito di 5mila euro con la promessa di restituirgli i soldi e di cessioni gratuite di cocaina.

Successivamente gli avrebbero chiesto un prestito di 100mila euro con la promessa di usare quei soldi per acquistare una grossa partita di cocaina, i quattro chili di sostanza, e di ridargli indietro la somma con ulteriori 50mila euro. A questo punto, sempre secondo l’accusa, l’uomo avrebbe venduto l’appartamento di sua proprietà e a eguito della stipula del compromesso con la consegna da parte dell’acquirente di una somma di 10mila euro avrebbe usato questi soldi per pagare bollette, ricariche telefoniche e giocate online per i tre. Così si legge ancora nel capo d’imputazione: «In pendenza della procedura per la nomina in suo favore dell’amministratore di sostegno induceva la parte offesa a sollecitare l’anticipazione della stipula dell’atto di compravendita che interveniva il giorno successivo alla nomina dell’amministratore di sostegno». I tre sono accusati anche cessioni di sostanza stupefacente e di furto per aver rubato, sempre alla parte offesa, una carta bancomat, carta di credito, telefono cellulare e una bici elettrica. Non c’è stata costituzione di parte civile. 

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