Dalle macerie una residenza per anziani

Sant’Egidio, ospedale mai nato: ecco le foto di prima e dopo la demolizione. Ora la Regione dovrà dire sì alla Rsa

SANT’EGIDIO. Dalle macerie ancora fumanti dell’ospedale mai nato di via Murri a Sant’Egidio alla Vibrata potrebbe sorgere una residenza sanitaria assistita. Demoliti i 53 anni di storia sotto i colpi delle pale meccaniche di sette bisonti che in poco tempo hanno sbriciolato cemento armato e ferro, si pensa al futuro.

Un futuro fatto di sanità territoriale che a Sant’Egidio alla Vibrata potrebbe completare l’offerta già attiva grazie all’avvio, un mese fa, del nuovo distretto sanitario di base dentro cui sono stati sistemati nuovi ambulatori con nuove apparecchiature per la diagnostica. Alle specialità attive, a novembre se ne aggiungeranno altre grazie alla disponibilità di medici già in servizio nelle strutture ospedaliere, dei medici di base e della guardia medica attiva 24 ore.

Le residenze sanitarie assistenziali (una delle quali si spera possa vedere la luce proprio in Val Vibrata) erano state introdotte in Italia a metà degli anni Novanta. Sono strutture non ospedaliere che ospitano per un periodo variabile persone non autosufficienti, che non possono essere assistite in casa e che necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti e di una articolata assistenza sanitaria. Il progetto di una Rsa, in un territorio come quello teramano che non ha cliniche private, è nei piani della Asl di Teramo. L’argomento lo tirerà fuori il direttore sanitario, Camillo Antelli, ad un incontro con il governatore Gianni Chiodi. Lo “interrogherà” nella veste di politico e di commercialista. «Alla Regione chiederemo formalmente di prendere in considerazione la realizzazione di una Rsa sull’area in cui c’era l’ospedale mai nato», aveva detto Antelli che ha promesso il suo diretto interessamento alla questione.

L’ex ospedale di Sant’Egidio alla Vibrata era stato appaltato dall’allora Ente Comunale di assistenza (Eca) il 3 settembre del 1960 per un importo di 20milioni di lire. Nel 1972 per 606milioni, si procedette alla consegna dei lavori di completamento. I finanziamenti arrivarono dalla Cassa depositi e prestiti e dalla Regione con la Dc partito di riferimento. I lavori furono sospesi nel 1977 quando nacque il contenzioso tra la ditta ed il Comune che portò alla rescissione contrattuale nel 1994. La struttura venne trasferita dall’ex Eca al Comune che lo destinò all’allora Ulss di Sant’Omero e nel 1997 il Comune ne trasferì la proprietà alla Asl. Nel frattempo non si approdò ad alcuna riqualificazione e nel 2012 venne proposto l’abbattimento. Operazione iniziata lunedì e già conclusa.

Alex De Palo

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