Dilaniata sull'A14 a Tortoreto, esame del Dna sul ragazzo della Panda

23 Febbraio 2016

I Ris chiedono che sia comparato con il liquido seminale trovato sulla 19enne precipitata sull'autostrada da un cavalcavia

TORTORETO. E’ un altro appuntamento nei laboratori del Ris di Roma a segnare una nuova tappa nelle indagini in corso sulla morte di Giulia Di Sabatino, la 19enne di Tortoreto precipitata dal viadotto dell’A14.

Il primo marzo, infatti, avvocati e consulenti si ritroveranno per le operazioni di comparazione tra il Dna del giovane conducente della Panda rossa e la traccia di liquido seminale trovata sui resti della ragazza. Comparazione che, nei fatti, non dovrebbe portare a nessuna scoperta particolare visto che è stato lo stesso ragazzo, prima ancora di essere indagato, a dire di aver avuto un rapporto sessuale con la 19enne a cui quella sera diede un passaggio.

I genitori di Giulia non hanno mai creduto all’ipotesi del suicidio e in più occasioni hanno lanciato appelli per chiedere di chiarezza. Nel fascicolo della procura aperto per istigazione al suicidio sono indagati l’uomo di 41 anni che quella sera del 31 agosto diede un passaggio in scooter per un tratto di strada alla 19enne incontrata vicino al bowling e il ragazzo di 25 anni che con la sua Panda rossa l’accompagnò vicino al cavalcavia. Lo stesso, nel rispondere alle domande degli inquirenti, ha escluso l’ipotesi di aver ceduto sostanze stupefacenti alla ragazza o di averne fatto uso durante la serata trascorsa insieme e nel corso della quale i due hanno avuto un rapporto sessuale.

La procura ha disposto anche nuovi esami tossicologici sui resti della ragazza proprio nel tentativo di stabilire se quella sera stiano state usate sostanze stupefacenti. Ai primi, fatti in occasione dell’autopsia, se ne aggiungeranno altri più mirati: qualche giorno fa, infatti, la procura ha affidato un nuovo incarico al tossicologo Rino Froldi dell’università di Macerata. E nei prossimi giorni dovrebbero rientrare i primi esami disposti sempre dalla procura sui telefonini (affidati al consulente Davide Ortolani) della ragazza e dei due indagati: serviranno a ricostruire contatti e conoscenze nel tentativo di fare chiarezza sugli ultimi momenti di vita della giovane, che quella sera uscì lasciando a casa il telefonino.(d.p.)

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