Discarica lungo il fiume una barriera per isolarla

Roseto, il Comune progetta una sorta di argine lungo duecento metri per evitare che i rifiuti finiscano nel Tordino: i lavori costeranno 68mila euro

ROSETO. «La settimana entrante inizieranno i lavori per la messa in sicurezza della ex discarica di Coste Lanciano». Ad annunciarlo è l’assessore comunale all’ambiente e lavori pubblici, Fabrizio Fornaciari, il quale, dopo l’annullamento della conferenza di sevizi prevista per il 9 luglio, ha comunque contattato tutti gli enti interessati concordandogli interventi da mettere in atto.

«Sarà realizzato un argine di oltre 200 metri di lunghezza» svela Fornaciari «in modo da proteggere il fronte dei rifiuti che spuntano dalla terra, affinché non vadano più a contaminare il sottostante letto del fiume Tordino». Si tratterà comunque di un primo intervento, come ha spiegato l’assessore, il cui costo si aggira intorno ai 68mila euro che verranno tirati fuori dal Comune. Si chiude così un brutto capitolo per l’ambiente rosetano, scoperto solo dopo l’alluvione di due anni fa. In quell’occasione, le acque riportarono alla luce una discarica di rifiuti, un tempo legale, trascinandone a valle una consistente quantità in avanzato stato di decomposizione. La discarica riemerse appunto in località Coste Lanciano, tra Piane Tordino di Cologna Spiaggia e Cologna Paese, nelle vicinanze di laghetto di pesca sportiva, nascosta sotto un campo coltivato a spinaci. Rifiuti sotterrati che ritornano in campo, dunque, come degli zombi duri a morire.

Ma quante sono le discariche, un tempo legittime, che oggi sarebbero da bonificare? «Il comitato Città per Vivere in ripetute occasioni in anni passati e con comizi», dice Pio Rapagnà, «ha denunciato la situazione disastrosa e ad alto rischio della cosiddette vecchie discariche chiuse ma non messe in sicurezza, alcune delle quali realizzate addirittura sulle sponde del Tordino, nelle cave di ghiaia del Vomano a stretto contatto con le sottofalde acquifere dei pozzi di prelevamento del Ruzzo oggi dismessi, a monte del Borsacchio, nei fossi di contrada Frischia e in alcuni calanchi a ridosso della fascia costiera tra Roseto e Cologna Spiaggia». Altre discariche oltre quelle sopra riportate, si trovano: vicino la foce e lungo gli argini del Vomano, a ridosso dei capannoni industriali (con vecchie coperture e spezzoni in eternit-amianto), dei camping e tra le arcate dei due ponti della Ferrovia e della Statale 16; vicino i calanchi di Centovie e la località Belsito di Montepagano; in prossimità delle aree dismesse e a monte delle ex fornaci Catarra e Diodoro (con fortissima presenza di manufatti in amianto); nelle aree limitrofe a Santa Petronilla e prospicienti i vecchi capannoni della ex Ab-Ab di fronte a una scuola elementare e materna. La discarica riscoperta dalla piena, conclude Rapagnà, era stata già oggetto di denuncia da parte di cittadini e comitati in quanto già 10 anni fa, in occasione di un’altra alluvione, era venuta alla luce.

Federico Centola

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