Doppi incarichi, parte l'indagine

La Provincia ordina accertamenti sui politici con due poltrone
TERAMO. La Provincia verifica le posizioni dei consiglieri con il doppio incarico. Dopo la denuncia del rappresentante dell'Italia dei valori Riccardo Mercante sul cumulo delle indennità, l'amministrazione ha incaricato il dirigente del settore Affari generali Antonio Flamminj di accertare la corretta applicazione delle norme. Secondo l'esponente dell'Idv, i consiglieri che ricoprono altri ruoli pubblici in enti o società partecipate sono tenuti a rinunciare alle indennità o a dimettersi.
«Si tratta di questioni amministrative», sottolinea la Provincia, «che devono essere affrontate dalla dirigenza e non dall'esecutivo». Per questo è stato incaricato Flamminj, che ha chiesto pareri sia al ministero dell'Interno che all'Unione delle Province per l'interpretazione autentica delle norme. Il decreto citato da Mercante e che vieta il cumulo delle indennità, secondo l'ente, conterrebbe alcuni passaggi poco chiari e prevederebbe "diverse tipologie di divieto". Una volta chiariti i dubbi l'amministrazione «procederà d'ufficio alle comunicazioni di legge e a eventuali conguagli laddove sarà necessario».
L'interpretazione del decreto, però, è già chiara per Calcedonio Di Giacinto, chiamato direttamente in causa come assessore provinciale e consigliere comunale ad Atri nell'interrogazione rivolta da Mercante al presidente Valter Catarra.
«Spero si tratti di uno scherzo, visto che siamo vicini al 1º aprile», afferma l'amministratore, «perché la norma fa una distinzione evidente tra indennità e gettone di presenza». Secondo Di Giacinto, l'incompatibilità esiste solo per i doppi stipendi derivanti da incarichi non elettivi. «Nel mio caso non c'è cumulo», afferma, «perché come consigliere comunale percepisco un gettone di presenza, non un'indennità, che tra l'altro ammonta a 350 euro l'anno».
La differenza, a detta dell'assessore, è sostanziale. «L'indennità è riferita a un incarico che sostituisce l'attività professionale», afferma, «il gettone riguarda invece la presenza in organismi istituzionali». Il divieto di cumulo non riguarderebbe neppure gli altri consiglieri provinciali citati da Mercante: Enzo Frattari (assessore a Roseto), Raimondo Micheli (presidente della Team), Diego Di Bonaventura (assessore a Notaresco), Flaviano Montebello (membro del consiglio di amministrazione dell'Arpa), Nicola Di Marco (consigliere di amministrazione della Fira) ed Enrico Mazzarelli (segretario generale della Regione).
Lo stesso discorso vale per i consiglieri comunali Giacomo Agostinelli (vice presidente Fira), Alberto Melarangelo (presidente dell'istituto "Braga") e Mauro Di Dalmazio (assessore regionale). Secondo Di Giacinto, Mercante non deve lanciare allarmi. «Anche la Corte dei conti», conclude, «potrebbe prenderlo per un pesce d'aprile». (g.d.m.)
«Si tratta di questioni amministrative», sottolinea la Provincia, «che devono essere affrontate dalla dirigenza e non dall'esecutivo». Per questo è stato incaricato Flamminj, che ha chiesto pareri sia al ministero dell'Interno che all'Unione delle Province per l'interpretazione autentica delle norme. Il decreto citato da Mercante e che vieta il cumulo delle indennità, secondo l'ente, conterrebbe alcuni passaggi poco chiari e prevederebbe "diverse tipologie di divieto". Una volta chiariti i dubbi l'amministrazione «procederà d'ufficio alle comunicazioni di legge e a eventuali conguagli laddove sarà necessario».
L'interpretazione del decreto, però, è già chiara per Calcedonio Di Giacinto, chiamato direttamente in causa come assessore provinciale e consigliere comunale ad Atri nell'interrogazione rivolta da Mercante al presidente Valter Catarra.
«Spero si tratti di uno scherzo, visto che siamo vicini al 1º aprile», afferma l'amministratore, «perché la norma fa una distinzione evidente tra indennità e gettone di presenza». Secondo Di Giacinto, l'incompatibilità esiste solo per i doppi stipendi derivanti da incarichi non elettivi. «Nel mio caso non c'è cumulo», afferma, «perché come consigliere comunale percepisco un gettone di presenza, non un'indennità, che tra l'altro ammonta a 350 euro l'anno».
La differenza, a detta dell'assessore, è sostanziale. «L'indennità è riferita a un incarico che sostituisce l'attività professionale», afferma, «il gettone riguarda invece la presenza in organismi istituzionali». Il divieto di cumulo non riguarderebbe neppure gli altri consiglieri provinciali citati da Mercante: Enzo Frattari (assessore a Roseto), Raimondo Micheli (presidente della Team), Diego Di Bonaventura (assessore a Notaresco), Flaviano Montebello (membro del consiglio di amministrazione dell'Arpa), Nicola Di Marco (consigliere di amministrazione della Fira) ed Enrico Mazzarelli (segretario generale della Regione).
Lo stesso discorso vale per i consiglieri comunali Giacomo Agostinelli (vice presidente Fira), Alberto Melarangelo (presidente dell'istituto "Braga") e Mauro Di Dalmazio (assessore regionale). Secondo Di Giacinto, Mercante non deve lanciare allarmi. «Anche la Corte dei conti», conclude, «potrebbe prenderlo per un pesce d'aprile». (g.d.m.)
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