Edilizia, crollo atteso per fine anno

L'Ance: molte aziende non ce la faranno senza i pagamenti degli enti

TERAMO. Edilizia, il settore più martoriato. Unioncamere parla di un saldo negativo di 18 imprese fra luglio e settembre di quest'anno. Il primo commento del presidente dell'Ance è un sorriso amaro. "Questo è niente. Il crollo vero lo aspetto per la fine dell'anno", aggiunge.

"Gli appalti pubblici sono scomparsi - in soli tre anni c'è stato un crollo di più del 70% in provincia - e la burocrazia fa scomparire quelli privati a causa dei tempi lunghi per le concessioni edilizie e i permessi a costruire. Il credito alle famiglie è un po' aumentato, ma per quello alle aziende c'è una stretta totale", esordisce Armando Di Eleuterio.

Il presidente si riferisce al fatto che da studi dell'Ance risulta che le famiglie teramane sono le prime in Abruzzo per la contrazione di mutui volti all'acquisto di case (+38,7% nel primo tromestre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010). Ma, di contro, le banche ormai concedono con estrema difficoltà mutui alle aziende per l'edilizia residenziale. C'è una propensione delle famiglie all'acquisto e all'ammodernamento della casa, volto soprattutto al miglioramento della propria condizione abitativa. Non a caso è alto l'utilizzo dei benefici fiscali sulle ristrutturazioni delle case. Però il flusso di impieghi sulle imprese si è drasticamente ridotto per una difficoltà di accesso al credito: sono maggiori i tempi di istruttoria, vengono richieste tante garanzie, senza contare che i prestiti sono cari, visto che l'edilizia è considerato un settore a rischio.

Accanto a questo, Di Eleuterio sottolinea che un gravissimo problema è il ritardo medio di un anno sui pagamenti da parte delle amministrazioni. "Non so più come far capire ai nostri amministratori", incalza il presidente, "che se non sbloccano i pagamenti veramente alla fine dell'anno molte imprese chiuderanno. Le aziende non possono aspettare i pagamenti a gennaio. Ci risulta che anche qualche fornitore sia in difficoltà, per un effetto domino. Siamo arrivati al limite. Sicuramente Teramo è quella che risente di più della crisi di Abruzzo, è stata un po' sempre la Cenerentola delle quattro province. Il dato sui bandi è esplicativo: dei 139 fatti in Abruzzo nel periodo gennaio-giugno 2011 solo 20 sono i teramani. E possiamo finalmente dire che queste poche opere le stiamo finanziando noi, visto che veniamo pagati con tanto ritardo".

Di Eleuterio spiega che, ad esempio, il pagamento dell'Iva si può sospendere solo per gli appalti pubblici. Ma ci sono molte società, a parziale partecipazione pubblica, in cui questo non vale, e allora le imprese si trovano a dover anticipare centinaia di migliaia di euro. Senza considerare, ad esempio, costi fissi come stipendi e contributi. "Non dimentichiamo l'aumento delle materie prime: il gasolio è passato da un euro a un euro e mezzo e il bitume da 3,60 a 5 euro, e questo in un solo anno. Ma i prezzi nei bandi sono rimasti gli stessi", precisa Di Eleuterio.

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