Edith Bruck si commuove ricordando i campi di sterminio

La scrittrice scampata ad Auschwitz incontra gli studenti e risponde alle loro domande sulla Shoah «Voglio raccontare finché vivo, perché mostruosità del genere non possano più accadere a nessuno»

TERAMO. «Voglio raccontare finché vivo, per il futuro, per i giovani così che non possa più accadere a nessuno, qualunque sia il colore della sua pelle o la sua religione, perché è una cosa mostruosa». Queste le parole con cui la scrittrice Edith Bruck ha riassunto la sua missione di vita durante l’incontro “Auschwitz: il dovere di ricordare la Shoah” con oltre 800 studenti delle scuole medie e superiori di Teramo e provincia.

L’evento, organizzato da Guendalina Di Sabatino, presidente del centro "Hannah Arendt”, è stato segnato da tanta commozione e partecipazione da parte delle scolaresche e della protagonista, che fin da subito ha ricordato il legame speciale che la lega a Teramo, dove è tornata dopo quasi un decennio: «Questa città mi ha assegnato nel ’62 il primo premio letterario della mia carriera di scrittrice». Erano presenti a renderle omaggio e a ribadire con parole diverse l’impegno a non dimenticare Piero Romanelli, assessore alla pubblica istruzione di Teramo, Mirko De Berardinis, segretario provinciale dell’Anpi, l’attrice Serena Mattaceraso, che ha eseguito la lettura di un brano tratto dal libro “Quanta Stella c’è nel cielo”, Elisa Guida, docente all’Università degli studi della Tuscia e Lea Contestabile dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila e organizzatrice della mostra "Insieme per ricordare" ospitata nei prossimi giorni nelle sale di Villa Capuani-Celommi di Torricella.

Sono saliti sul palco gli studenti che di volta in volta hanno fatto le loro domande alla scrittrice, chiedendole dei sentimenti provati nel lager dopo essere stata separata dalla madre, della deportazione, di Israele e della Palestina. Commossa dalla sincera curiosità dei ragazzi e dai ricordi, Edith Bruck si è chinata ad abbracciare un alunno di terza della scuola media “Savini”, Giuseppe Cerasetti, che stava per chiederle della situazione politica dopo la guerra fredda. I flautisti Mauro Baiocco e Mirko Giosia hanno eseguito in onore della scrittrice un adattamento di un brano yiddish. Sono invece mancati all’incontro Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica, e Roberto Faenza, docente dell’Università “La Sapienza”, assente per via di un’emergenza a Milano relativa alla proiezione del film “Anita B.” ispirato alle vicende raccontate nel libro della scrittrice “Quanta stella c’è nel cielo”.

Nel corso della mattinata, si è fatto riferimento più volte alla lezione negazionista tenuta nel 2010 proprio a Teramo da un docente della facoltà di Scienze politiche, Claudio Moffa. Dura al riguardo la condanna di Luciano D’Amico, rettore dell’Università di Teramo: «Ogni volta che si sostiene una tesi negazionista lo si fa al di fuori di protocolli stabiliti in secoli di studio sul metodo. Dobbiamo smettere di dare credito a chi formula senza nessun riferimento scientifico le tesi più incredibili». Il rettore ha colto l’occasione per annunciare la prossima intitolazione ai ragazzi di Bosco Martese del vialone centrale del campus di Colleparco, ribadendo l’importanza di impegnarsi in difesa e nel rispetto dei diritti umani di tutti.

Chiara Di Giovannantonio

©RIPRODUZIONE RISERVATA