Elementare sdoppiata a Roseto I genitori: è uno spreco, tagliatela

Scoppia la protesta delle mamme di Santa Lucia i cui alunni ora devono andare a Montepagano «In piena crisi non ha senso tenere aperti due istituti, usare più pullmini e far spostate i docenti»

ROSETO. «In un periodo di crisi, in cui vengono chiesti grossi sacrifici economici ai cittadini, non è logico tener aperte due strutture scolastiche». A sottolinearlo non sono politici, come sarebbe logico immaginare, tantomeno dirigenti del settore, ai vari livelli, che pure dovrebbero avere una visione d’insieme. La critica parte da un gruppo di genitori di Santa Lucia - frazione di Roseto, sede di una scuola elementare, i cui figli sono costretti a raggiungere ogni mattina il plesso scolastico di Montepagano, per ragioni che loro stessi sostengono di non aver ancora compreso appieno.

Infatti, mentre lo scorso anno sono state attivate le prime tre classi delle elementari a Montepagano, invece la 4ª e la 5ª hanno funzionato a Santa Lucia, l’anno scolastico in corso è iniziato con un piccolo giallo. Il 9 settembre la dirigente scolastica, Antonietta Battelli, con una nota ufficiale comunica ai genitori dell’interplesso che la scuola di Montepagano è ufficialmente chiusa, pertanto gli alunni di tutte le classi sono dirottati a Santa Lucia. Due giorni dopo il contrordine della stessa dirigente, la quale fa sapere che l’ufficio scolastico regionale ha deciso di far funzionare la scuola primaria di Montepagano “assumendosi tutte le responsabilità” tiene a sottolineare la dirigente “che tale scelta comporta”.

Così nel giro di poche ore gli operatori sono stati costretti a preparare per le lezioni la scuola di Montepagano, dopo che la stessa era stata spogliata delle attrezzature scolastiche perché non più necessarie. «Dall’anno scolastico 2012- 2013» fanno sapere i genitori «l’ufficio scolastico rosetano impiega tre pulmini per il trasporto di circa 40 bambini, i quali escono di casa alle 7,30 e rientrano, quando va bene, alle 13,20: tutto questo per percorrere un paio di chilometri». «Stiamo parlando di bambini di 6 - 7 anni di età», interviene un altro genitore «i quali sono trasportati, caricati e scaricati da una struttura all’altra, in orario posticipato e anticipato, senza alcun avviso da parte dell’ufficio scolastico alle insegnanti e ai genitori».

Una situazione che crea numerosi disagi alle famiglie, sempre secondo i genitori, con casi particolari al limite del paradosso. «Accade anche che fratelli», prosegue infatti la nota «pur essendo vicini di età, frequentano due strutture diverse, certamente non per scelta del genitore, quindi usufruiscono di trasporti diversi. Tutto questo comporta una perdita di quasi un’ora al giorno, che viene sottratta alle lezioni».

Quello della didattica è un altro problema, che si va ad aggiungere a quello prettamente logistico. «I bambini sono costretti a seguire un orario pesante», prosegue la nota dei genitori «dovuto all’inseguimento da parte del team docente delle proprie classi, nonostante gli insegnanti si adoperino a 360 gradi per i loro alunni».

Federico Centola

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