Finge di essere un cuoco e la corteggia sui social: teramana di 35 anni raggirata per mille euro

Teramo, la truffa sentimentale. Si presenta con un falso profilo Instagram e riesce a portare via mille euro alla donna. L’uomo rinviato a giudizio: è accusato anche di tentata estorsione: «Se non mi dai altri 200 euro ti denuncio per minacce»
TERAMO. Il primo approccio sui social con un falso profilo Instagram in cui si presenta come cuoco. Poi le chiacchierate al telefono, le parole che accarezzano l’anima, la fiducia carpita creando di volta in volta situazioni di emergenza o di crisi per chiedere soldi. È il modus operandi della truffa sentimentale così come stabilito ormai da tempo da diversi pronunciamenti della Cassazione.
La vittima, in questo caso, è una 35enne di Teramo truffata da un coetaneo della Basilicata che si è spacciato per un cuoco teramano. In realtà non lavora, ha precedenti penali, all’epoca dei fatti viveva in una casa d’accoglienza della Basilicata e da qualche mese è in carcere a Matera per scontare una condanna definitiva per altri reati. Ieri è stato rinviato a giudizio con le accuse di truffa e tentata estorsione perché quando lei all’ennesima richiesta di soldi gli ha detto che non avrebbe dato niente lui ha preannunciato di denunciarla per minacce di morte. Nell’aula del gup Marco Procaccini l’uomo è comparso in videocollegamento dal carcere. La donna, che ha avuto il coraggio di denunciare, si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocata Elena Ranalli.
I fatti, secondo la ricostruzione emersa dagli atti del fascicolo della pm Enrica Medori , risalgono all’anno scorso. L’uomo con finto profilo Instagram in cui si descrive come cuoco avvicina la donna che vive una difficile situazione familiare e quindi si trova in una condizione particolarmente vulnerabile. I due cominciano a sentirsi ma senza vedersi mai. A ogni richiesta di incontro di lei il finto cuoco inventa scuse di impegni lavorativi. Nel frattempo cominciano le richieste di denaro. Lui di volta in volta le dice di non aver ricevuto ancora lo stipendio e quindi di aver bisogno di soldi per una bolletta, per una spesa improvvisa: lei fa ricariche su una Postepay intestata all’uomo con piccole somme che in un mese diventano mille euro. All’ennesima richiesta, questa volta di 200 euro, lei dice di no. A questo punto l’uomo minaccia di denunciarla accusandola di averlo minacciato di morte. A questo punto lei si arma di coraggio e lo denuncia ai carabinieri che fanno scattare le indagini.
Le statistiche raccontano che le truffe sentimentali, note anche come "romance scam", sono diventate più frequenti con l'aumento dell'uso di app di incontri e social media. Con le vittime che subiscono non solo danni economici ma anche pesanti conseguenze psicologiche. A tal punto che la Cassazione, proprio in merito al riconoscimento delle truffe sentimentale, così ha scritto: «La truffa non si apprezza per l’inganno riguardante i sentimenti dell’agente rispetto a quelli della vittima, ma perché la menzogna circa i propri sentimenti è intonata con tutta una situazione atta a far scambiare il falso con il vero operando sulla psiche del soggetto passivo».
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