Di Nardo spinge il Pescara: «Ho fame di gol e di vittorie»

Parla l’attaccante biancazzurro: «Continuo a fissare gli obiettivi per alzare l’asticella e migliorarmi»
PESCARA. La voglia di emergere, quella che in gergo calcistico si chiama fame - e che non tutti hanno - , uno spirito di abnegazione grande così e anche tante qualità che gli hanno permesso di segnare due gol e regalare assist ai compagni. Solo qualche anno fa Antonio Di Nardo era retrocesso dalla D a Vasto, poi la chiamata del Campobasso sempre in D, la vittoria del campionato e la conferma tra i professionisti. Prima della chiamata estiva del Pescara che ha cambiato la carriera del numero nove campano. Sin da piccolo sognava il grande calcio.
«Amo giocare a calcio, lo faccio da quando ho 5 anni. Sono cresciuto alla scuola calcio Ciro Caruso, ero un bimbo con il sogno del Napoli. Ma non ci sono mai andato perché a 13 anni ho fatto la mia prima esperienza ai Giovanissimi con la Nocerina. E’ stata una scelta difficile, ma importante perché mi ha fatto maturare molto in fretta».
Di Nardo sa bene che a Pescara ha qualcosa da farsi perdonare. «Quel 14 dicembre dello scorso anno vero? Quando misi la palla sotto l’incrocio e noi del Campobasso pareggiammo la partita. Quella sera c’era un’atmosfera unica allo stadio con tanti tifosi. Dopo il gol lo stadio per poco non veniva giù».
Di Nardo torna a parlare del suo percorso.
«Io ho sempre sognato la serie B. Poi a me piace il mare, vivere sulla spiaggia e il Pescara ha vinto i play off. Se due più due fa quattro questo matrimonio era nell’aria. Vasto è stata un’esperienza particolare. A Potenza non mi presero, poi arrivò la chiamata dall’Abruzzo. Dovevamo fare un campionato di vertice. E invece andò male. Campobasso? Avevo voglia di una piazza calda. In D era il top e vincemmo campionato e pool scudetto».
Di Nardo racconta con piacere anche quelli che sono stati i suoi idoli. Ma aggiunge una particolare curiosità.
«Io sono cresciuto con il mito di Messi. Ma aveva caratteristiche troppo diverse dalle mie. Allora mi sono ispirato a Ibrahimovic. Ma vi racconto una cosa. Io cerco di guardare molto ai top player della categoria dove sono io. In C seguivo Ferrari che ha giocato qui. In B quest’anno? Pohjampalo del Palermo. Se ho rimpianti in carriera? No. Nessuno, sono arrivato in B con la maturità giusta. Magari prima non ero pronto».
Di Nardo e l’estate che lo ha portato in maglia biancazzurra.
«Tante squadre mi hanno chiamato dalla C. Anche squadre di vertice, ma le ho rifiutate tutte perché volevo la B. Avevo anche altre offerte da questa categoria. Poi quando mi ha telefonato il Pescara non ci ho pensato due volte. Questa squadra ha tanta storia. Cosa mi ha detto Brosco? Che ero cambiato tanto da quando ero con lui a Latina».
E poi: «Ho fame di successo e di gloria. Ho voglia di arrivare a centrare gli obiettivi prefissati. È il mio pensiero quando vado a dormire, è il mio pensiero quando mi sveglio. Ho fame di successi nel calcio».
Di Nardo parla della sua prima parte di campionato in maglia biancazzurra. «Pescara-Cesena? Bella emozione, stadio pieno. Io ero appena arrivato, ho aperto gli occhi e mi sono trovato in campo. Peccato solo il risultato. Pescara-Venezia? Assist e gol, la giornata più bella della mia carriera. Valzania mi dà una palla spettacolare ed è arrivato il primo gol in B. Mi sono detto bravo, non era scontato. Ma poi io sono uno che si dà subito altri obiettivi. Ed allora bel gol, bravo a me, ma dico che devo subito pensare ad alzare l’asticella e a farne altri».
Ad esempio, quello realizzato alla Carrarese, pesante come un macigno e che ha detto a tutti che in serie B Antonio Di Nardo ci sta, e ci sta alla grande. E che è stata premiata la forza delle idee della società. Prossimo step Chiavari contro la Virtus Estella sabato alle ore 15. E Di Nardo sarà un osservato speciale.
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