Gattopardo, il Comune non molla La battaglia legale va avanti 

Dopo avere concesso la riapertura delle discoteca il Tar deciderà nel merito il prossimo 17 settembre Il sindaco difende il provvedimento del Comune e insiste: «Ci sono stati abusi nelle autorizzazioni»

ALBA ADRIATICA. La battaglia legale tra Comune di Alba Adriatica e Glamour srl, la società che gestisce il Gattopardo, non è finita. L’accoglimento della richiesta di sospensiva dell’ordinanza di chiusura della discoteca da parte del Tar dell’Aquila ha prodotto l’immediata riapertura ma il prossimo 17 settembre ci sarà un altro round quando, in camera di consiglio, il collegio si pronuncerà nel merito. Nell’accogliere il ricorso il Tar ha scritto nell’ordinanza in cui accoglie la richiesta di sospensiva dell’atto che aveva disposto la chiusura della discoteca che «i gravi comportamenti contestati dal Comune erano già stati oggetto di precedente specifica sanzione irrogata dal Questore che, essendo stata ritenuta legittima da questo Tar, risulta valida ed efficace». Tuttavia il tribunale ha deciso di concedere la riapertura al Gattopardo in attesa del 17 settembre quando verrà presa la decisione definitiva. Nel frattempo però il Tar confida «nel rigoroso rispetto delle regole che tutelano la salute pubblica, da parte della società anche al fine di evitare ulteriori contenziosi con le autorità». L’amministrazione comunale difende il provvedimento e va avanti. In una nota il sindaco Antonietta Casciotti puntualizza che «l’ordinanza di sospensione è diretta a sanzionare gli abusi nell’uso dell’autorizzazione di polizia la cui legittimità è ancora da accertare all’interno del processo, perché la determinazione del presidente del Tar (che ha emesso il decreto di sospensione) è stata assunta in via di assoluta urgenza e con riserva delle decisioni finali». Il Comune di Alba Adriatica si aggrappa al «rigoroso rispetto delle regole», contenuto nel decreto; ed è proprio questo il punto che ha determinato le costanti e ripetute querelle giudiziarie. C’è poi la questione dei tempi di notifica dell’ordinanza (che il legale del Gattopardo considera duplicazione del provvedimento del questore) di sospensione del Comune. «La notificazione dell'atto», aggiunge Casciotti, «oltre ad essere stata affidata alla posta elettronica certificata equivalente per legge alla raccomandata con avviso di ricevimento, è stata effettuata sempre nella giornata del 7 agosto scorso anche a mezzo messo comunale presso la sede legale della società. Il provvedimento comunale era pertanto più che noto al destinatario. Sarà la magistratura ordinaria ad accertare se il mancato rispetto dell’ordinanza a seguito della sua integrale notifica configuri o meno un illecito», relativo alla violazione dell’articolo 650 del codice penale, ovvero l’inosservanza dei provvedimenti dall’autorità.
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