Giappone, salvi dall’inferno sei abruzzesi

11 Marzo 2011

Sono salvi i due giovani partiti per un viaggio da Miglianico e uno chef giuliese da anni in Giappone. Lo hanno comunicato attraverso Facebook ed email a parenti e amici

PESCARA. Le loro voci sono corse su Facebook, hanno attraversato gli oceani, hanno fatto il giro del mondo e, dall’inferno del Giappone, sono arrivate ieri pomeriggio fino in Abruzzo, a Giulianova, Miglianico, Vacri e L’Aquila. Sono le voci del cuoco giuliese Arino De Berardinis; degli amici Fabio Adezio e Fabio Mancinelli, partiti da Miglianico per una vacanza diventata un incubo. Dell’aquilano Roberto Busilacchi, che stava insegnando italiano ai giapponesi; di Giovanni Ferrara, partito da Vacri per fare il ricercatore e infine del fotomodello giuliese Davide Di Sciascio.

ECCO LA SCOSSA. «Ero nel bel mezzo di uno shooting fotografico, quando ha cominciato a tremare tutto. All’inizio non mi ero spaventato perché mi è già capitato di sentire scosse in Giappone, ma quando siamo usciti fuori è stato un inferno, urlavano tutti come dei bimbi. Io sto bene, é stata una bella strizza, ma fortunatamente solo quella», racconta Di Sciascio, 29 anni.
Il fotomodello è a Tokyo e al momento del terremoto si trovava in un capannone adibito a studio fotografico. Racconta di aver visto la paura sui volti dei giapponesi, che «di solito non fanno una piega». «Passata la paura siamo tornati nello studio, siamo bloccati qui, tra continue scosse di assestamento. Siamo in dieci, gli altri nove sono tutti giapponesi»

IL CUOCO ARINO.
E’ salvo Arino De Berardinis, lo chef di Giulianova, da anni residente in Giappone, gestore di un ristorante ad Hayama, situata in prossimità del golfo di Tokyo.
Il cuoco è scampato al pericolo dello tsunami che ieri mattina ha devastato l’isola nipponica: la zona in cui opera De Berardinis è infatti più interna rispetto a quella in cui il tremendo terremoto di magnitudo 8.9 della scala Richter ha causato più vittime e devastazioni, anche se il rischio corso è stato alto, dato che il locale “Trattoria Arino” è situato vicino la baia.

LA TESTIMONIANZA.
«Mio fratello sta bene», ha affermato il fratello Walter, direttore di www.giulianovanews.it, il quale ha ricevuto una semplice e-mail nella quale Arino lo rassicurava sulle condizioni della propria famiglia, nonostante, a detta dello chef, la situazione fosse molto critica e la popolazione piuttosto spaventata per quanto accaduto.
«Mi ha scritto che lì è un disastro e che hanno tutti molta paura, ma che per fortuna sta bene. Finora però non mi è stato possibile parlare con lui perché le linee telefoniche ed elettriche sono fuori uso e la batteria del suo computer si è scaricata».
«Le comunicazioni sono impossibili», ha aggiunto Walter nella tarda serata di ieri, «ho provato e riprovato sia su Facebook sia tramite Skype. Non sono riuscito neppure a parlare con la Farnesina. Ogni volta che ho provato a contattare l’Unità di Crisi si è attivata una casella vocale. Probabilmente le linee sono intasate. L’importante è che lui si sia salvato per miracolo».
De Berardinis, che attualmente vive a Fujisawa, nella prefettura di Kanagawa (zona centro-orientale del Giappone), è padre di due bambini, Sara e Luca, entrambi avuti dalla moglie Hiromi Mimura.

Il cuoco giuliese si è trasferito nella terra del sol levante sette anni fa e, nel tempo, ha acquisito un notevole prestigio nell’ambito culinario: dopo aver insegnato cucina italiana a Tokyo per conto di alcune scuole di cultura italiana come Bell’Italia, circa un anno fa Arino ha aperto un ristorante molto rinomato di cucina italo-giapponese, “Trattoria Arino”: ampio 190 metri quadri, il locale è ubicato in una zona “in” della costa bagnata dall’oceano Pacifico, a pochi passi dalla residenza estiva dell’imperatore Akihito.

Nato nel 1974, Arino ha intrapreso la carriera gastronomica subito dopo aver conseguito il diploma alberghiero, viaggiando e facendo esperienza in numerosi paesi dei cinque continenti: il giuliese ha mosso i primi passi ad Alboorg, in Danimarca, e a Londra.
Dopo aver lavorato in oltre 20 diversi stati ed altrettante città quali New York, Sidney e Cape Town, nel 2004 è approdato in Giappone; qui presta il proprio servizio a Tokyo, sia in veste di cuoco che di insegnante per i nipponici, grandi appassionati di cucina italiana.

I RAGAZZI DI MIGLIANICO.
Sono salvi, lo hanno fatto sapere attraverso Facebook.
Erano partiti insieme dall’Abruzzo per fare una breve vacanza in Giappone, ma a poche ore dall’atterraggio la vacanza è diventata un dramma. Ma loro due, Fabio Adezio, 35 anni ingegnere informatico di Miglianico ma residente a Pisa dove si è laureato e attualmente lavora e Fabio Mancinelli, 37 anni rappresentante di commercio di Miglianico titolare insieme al fratello Gianfranco della ditta di cancelleria e materiale per uffici «Fg».

Lo hanno comunicato ai parenti via Facebook, solo così hanno rassicurato i familiari e decine di amici. Ora si trovano a Tokyo. Sempre attraverso fb hanno fatto sapere che sperano di anticipare il loro ritorno in Italia, previsto per domani, 13 marzo, con l’aiuto della Farnesina.
«Sono partiti insieme per un viaggio di piacere ma anche di lavoro», dice il cugino Maurizio Adezio, giornalista. «E’ da tempo che Fabio voleva andare a Tokyo e nonostante fosse reduce da un incidente sciistico è partito ugualmente».
Fabio ha perso il padre l’anno scorso, ha la madre Emilia e una sorella, Serena, entrambe insegnanti.

L’AQUILANO BUSILACCHI.
«La situazione a Tokyo non é drammatica come in altre zone, ma c’è lo stesso molta preoccupazione. Per quanto mi riguarda, mi sono preoccupato perché ho visto la paura dei giapponesi, che sono abituati al terremoto. Ora dormo vestito e con lo zaino». Così racconta Roberto Busilacchi, 23 anni, figlio di Paolo, imprenditore aquilano che ha sposato una donna giapponese. Roberto è a Tokyo, dove si è laureato, e al momento della scossa stava facendo lezione in una scuola di italiano. «Quando c’è stata la scossa siamo scappati fuori», ha raccontato, «per le strade si sono riversate migliaia di persone molto confuse. Insieme agli altri insegnanti italiani, ci siamo organizzati per metterci al riparo. Le scosse continuano e sono sempre più forti, con un movimento ondulatorio e circolatorio. Sono durate anche tre o quattro minuti e la gente non sapeva cosa fare».

Paolo Busilacchi e la moglie raggiungeranno il figlio a fine mese: «Il viaggio era già programmato», spiega dall’Aquila l’imprenditore. «Stamani ero molto preoccupato, ora lo sono un pò meno. La situazione però é drammatica. E pensare che il 9 gennaio eravamo in vacanza su un’isola giapponese che ora é sommersa», conclude l’imprenditore aquilano che ora pensa solo a riabbracciare il suo Roberto scampato alla catastrofe giapponese.

C’E’ ANCHE GIOVANNI.
Anche lui, Giovanni Ferrara, è vivo, come ha scritto Giuseppe Primante sulla bacheca del Centro su Facebook. Ha quasi 27 anni ed è un ingegnere, Giovanni, ma è dovuto partire da Vacri, in provincia di Chieti, per un posto da ricercatore nel Researcher at Wpi-Aimr, a Sendai. Lì ha trovato l’Apocalisse. Anche lui è salvo. (s.p.-l.c.-k.g.)

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