Giovane morto di embolia, la Asl di Teramo dà 300mila euro agli eredi

Mosciano, risarciti dopo sei anni i familiari di Angelo Pulsoni, il meccanico deceduto al Mazzini. È un anticipo sul milione e 200mila euro deciso in tribunale, ma l’azienda sanitaria fa appello

MOSCIANO. La Asl versa 300mila euro agli eredi di Miguel Angelo Pulsoni. La somma è stata versata a Sergio Menna, l’avvocato della famiglia del giovane morto nel 2008, a trent’anni, all’ospedale di Teramo. A breve saranno versati altri 250mila euro, la parte della somma destinata al figlio del meccanico italo-venezuelano, in quanto c’è bisogno dell’autorizzazione del giudice tutelare.

Il versamento è avvenuto il 22, in occasione dell’udienza in Corte d'appello per discutere dell’istanza della Asl, che ha chiesto di dimezzare il risarcimento. Infatti il 28 marzo scorso il giudice del tribunale di Teramo Paolo Andrea Vassallo ha condannato la Asl a risarcire ai familiari, un totale di un milione 200mila euro. Su questo aspetto la Corte d’Appello si è riservata, e a giorni si saprà il verdetto. Più in generale la Asl ha anche impugnato la sentenza di primo grado, e a questo riguardo l’udienza si terrà il 15 gennaio.

La storia di Pulsoni è commovente: era tornato in Italia con la giovane moglie perchè innamorato della terra lasciata anni prima dai genitori emigrati in Venezuela. Si era stabilito a Mosciano, nel 2005, con la moglie. Poco dopo lo seguirono i fratelli Alejandro e Martin. Poco dopo essersi stabiliti a Mosciano, Miguel Angelo e la moglie Diana Maribel mettono alla luce il piccolo B. Una felicità grande, destinata però a spegnersi presto.

A fine 2007 il giovane meccanico che prima viene sottoposto a un’appendicectomia nella chirurgia dell’ospedale di Teramo. Poi viene trasferito nella pneumologia con un “addensamento basale polmonare destro”. Il 5 gennaio 2008 viene dimesso. Torna al Mazzini il 12 per un controllo e lo ricoverano in Utic per un’embolia polmonare e il 20 gennaio Pulsoni muore.

La moglie si trova da sola, in un Paese straniero, con un bambino di 6 mesi e un mutuo di 100mila euro da pagare. E’ costretta a vendere al casa, poi lascia l’Italia e va a vivere in Florida dalla sorella. Anche Alejandro va via, negli Stati Uniti. La famiglia, il cui sogno era di riunirsi nella terra d’origine anche con i genitori dei tre fratelli, Mario e Francesca Maria, si disperde nel mondo. A Bellante resta solo Martin, che lavora a Teramo. In realtà qualche tempo fa da Martin è arrivato anche il padre Mario, dopo la scomparsa della moglie Francisca Maria.

Ora con questa prima parte di soldi forse anche Diana Maribel e il piccolo B. potranno tornare in Italia per qualche tempo e la famiglia si ricongiungerà almeno in parte.Il risarcimento, peraltro parziale, non potrà consolare i famigliari della morte di Miguel Angelo Pulsoni, ma potrà renderli tranquilli dal punto di vista economico. Anche se c’è la spada di Damocle dell’Appello. (a.f.)

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