Giro di vite sui fuori corso all'Università di Teramo

Scheda di riconoscimento per controllare frequenza ed esami. Si punta ai 10mila iscritti e a più scambi con l’estero

TERAMO. Un 2015 con tanti progetti, alcuni anche a breve scadenza, ma con pochi soldi. Il rettore, Luciano D’Amico, non perde l’approccio positivo alla realtà, nonostante qualche ostacolo. Nella conferenza stampa di fine anno, ha dichiarato ufficialmente chiusa la fase emergenziale, quella in cui l’ateneo rischiava di essere accorpato o di spegnersi per consunzione.

Ha sottolineato che l’anno scorso le matricole sono aumentare del 30%, quest’anno di un altro 10. «Ora siamo sui settemila studenti, è il numero giusto, anche se l’ambizione ci porta verso i 10mila. Ma per realizzare la fase 2», annuncia D’Amico, «ci dobbiamo rivolgere all’estero, aumentare la mobilità studentesca e del corpo docente. Abbiamo raddoppiato il numero di studenti in uscita e quasi raddoppiato il numero di quelli in entrata: pensare di portare 200 studenti stranieri qui a Teramo è un bel risultato». Non a caso l’ateneo teramano sul fronte Erasmus è primo. In questo contesto si inseriscono i due corsi in lingua inglese a Biotecnologie e Management e comunicazione d’impresa.

Il 2015 non sarà un anno qualsiasi per l’università di Teramo. Nell’inaugurazione dell’anno accademico del 7 febbraio si celebrerà il ventennale dell’autonomia e il cinquantesimo anniversario dell’apertura del primo corso universitario – Giurisprudenza – a Teramo.

E il 2015 sarà anche l’anno della scheda di riconoscimento. Studenti e docenti la porteranno al collo e grazie alla tecnologia di riconoscimento di prossimità, si può sapere la posizione di ognuno. Questo non per aspirazioni da “Grande fratello” ma perchè sapere se uno studente ha frequentato una lezione può consentire al docente di inviargli del materiale. E non solo. «Il nostro obiettivo», aggiunge D’Amico, «è “fuoricorso zero” e per arrivare a questo non ci possiamo accorgere dei problemi solo agli ultimi anni di corso. Al la scheda sarà collegato un allarme che ci dirà se è stata superata una certa soglia di assenze o se un esame non è stato superato». Discorso simile per la biblioteca. «Vogliamo applicare lo stesso meccanismo dei supermercati», precisa il rettore, «Inviamo allo studente tutte le novità acquisite sugli argomenti che consulta e l’invio sarà fatto anche dopo la laurea. Vogliamo mettere a disposizione tutti gli strumenti perchè siano ottimi professionisti. D’altronde stringe il cuore che non sfruttare appieno l’ottima biblioteca giuridica, seconda solo a quella della Sapienza nel Centro-Sud».

Per il 2015 il rettore prevede ulteriori tagli ai finanziamenti. «Cerchiamo dunque fonti di finanziamento alternative, stringendo rapporti con altre istituzioni», annuncia D’Amico facendo riferimento, fra l’altro all’accordo con lo Zooprofilattico per il dottorato in scienze cliniche o quello in biotecnologie con l’università dell’Aquila.

E su questo filone, ispirato soprattutto al partenariato, si dispiegano i progetti per i prossimi anni. Bisogna cioè trovare «aree di ricerca complementari con gli altri atenei. Da un accordo sistematico con le altre due università abbiamo solo da guadagnare, anche procedendo a integrazioni amministrative. Solo facendo parte di un sistema si può essere competitivi a livello internazionale». E quindi anche la cooperazione sancita proprio l’altroieri con lo Zooprofilattico e quella possibile con l’istituto musicale Braga. «Ma qui sono in palesissimo conflitto di interessi», aggiunge sorridendo il rettore-presidente del Braga.

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