Giulia, foto osè sul cellulare: inchiesta bis per la morte della ragazza di Tortoreto sull'A14

Fascicolo della procura distrettuale per pedopornografia, indagato un uomo. L’avvocato dei genitori: «Le nostre richieste di fare chiarezza erano fondate»
TORTORETO. Dopo un anno di indagini e un fascicolo per istigazione al suicidio, spunta un’inchiesta per pedopornografia. E’ quella che prende forma dalle consulenze tecniche disposte dalla procura teramana sul telefono cellulare di Giulia Di Sabatino, la 19enne di Tortoreto deceduta dopo un volo dal cavalcavia dell'autostrada A14, nel territorio di Mosciano Sant'Angelo, e straziata dalle auto di passaggio. Dall’esame dell’apparecchio, e in particolare dalle telefonate in entrata, i tecnici hanno accertato la presenza di foto osè di giovanissime.
La procura teramana (il pm titolare del caso è Davide Rosati) ha inviato gli atti alla distrettuale dell’Aquila (competente per questo genere di reati) che ha aperto il fascicolo iscrivendo un indagato che è l’uomo dal cui telefono sono arrivate le foto sull’apparecchio della ragazza. Si tratta di un nome diverso dai due iscritti nel fascicolo per istigazione al suicidio: il 41enne che la sera del 31 agosto diede un passaggio in scooter per un tratto di strada alla 19enne incontrata lungo la strada che da Tortoreto Paese porta al Salinello, vicino al bowling, e il ragazzo di 25 anni che con la sua Panda rossa l'accompagnò vicino al cavalcavia e che quella sera ebbe un rapporto sessuale con lei.
L’avvocato Antonio Di Gaspare, legale dei genitori della ragazza dice: «Alla luce di queste novità emerse sia io sia i familiari rinnoviamo i tanti appelli fatti affinchè coloro che sono entrati in contatto con questa persona dicano quello che sanno per fare chiarezza su quanto accaduto quella sera. Ma ci teniamo a ribadire, proprio in considerazione dell’apertura della nuova inchiesta, che le nostre richieste di chiarimento non si fondavano sul nulla». La tragedia si verificò nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre del 2015, giorno in cui Giulia avrebbe compiuto 19 anni. Mama Meri Koci e papà Luciano un anno attendono risposte. Al suicidio della figlia non credono: sono convinti che Giulia sia stata uccisa. «Nostra figlia non aveva nessuna fretta di morire, aveva voglia di vivere e voleva andare a Londra. Noi lotteremo fino alla fine per darle giustizia» hanno più volte ripetuto lanciando appelli sui giornali e in tv (del caso si è più volte occupata la trasmissione di Rai tre “Chi l’ha visto?”. Perchè di una cosa i genitori di Giulia sono sempre stati sicuri: «Ci sono persone che sanno qualcosa di quella sera e che non parlano».
Le due inchieste, quella per istigazione al suicidio e pedopornografia, per ora viaggiano su binari paralleli. Ora le indagini dovranno verificare se esiste un punto di incontro. (d.p.)
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