Gli operai Sogesa bloccano la discarica

Manifestazione dei lavoratori dell’azienda fallita: solo tre saranno riassorbiti dalla Csa dell’Aquila che gestirà l’impianto

GIULIANOVA. I lavoratori ex Sogesa non verranno reimpiegati nella piattaforma per il trattamento dei rifiuti, pertanto riesplode la protesta delle maestranze, che da ieri mattina sono tornate a bloccare l'ingresso agli impianti del Cirsu.

Un'altra brutta tegola per il consorzio che si occupa della gestione dei rifiuti nei Comuni di Giulianova, Roseto, Notaresco, Bellante, Mosciano e Morro d'Oro, minacciata dall'ombra di un fallimento che si profila dietro la porta, per scongiurare il quale l'assemblea dei soci avrà tempo fino al prossimo 16 novembre. Lo stato di agitazione degli ex dipendenti Sogesa (società dichiarata fallita nel 2012 ed ex braccio operativo di Cirsu) è scoppiato ieri mattina, quando i lavoratori hanno bloccato l'ingresso della sede del Cirsu, in prossimità dell'imboccatura della superstrada Teramo-mare, scenario di tante altre passate proteste. Gli ex Sogesa hanno impedito ai dipendenti Cirsu di accedere ai rispettivi uffici, una situazione che, dichiarano gli operai, si ripeterà tutte le mattine fino a venerdì, quando i lavoratori dovrebbero essere ricevuti dal prefetto di Teramo Valter Crudo. E oggi - annunciano su Facebook - bloccheranno la Teramo-mare.

A scatenare nuovamente la rabbia delle maestranze è stata una notizia appresa giorni fa, nel corso di una riunione svoltasi con i responsabili del Consorzio stabile ambiente (Csa), la società aquilana che si è aggiudicata i bandi per la riattivazione della piattaforma A di Grasciano e per la realizzazione della nuova discarica. In barba a quanto previsto dal contratto stipulato da Cirsu, il Csa ha comunicato agli ex Sogesa che sarà in grado di riassorbire solo 3, al massimo 6, degli ex Sogesa, al contrario dei 12 previsti dall'accordo (alcuni parlano anche di 15 lavoratori). «Ci hanno detto che riprenderanno a lavorare solo 3 ex Sogesa e, quando la piattaforma tornerà a funzionare a pieno regime, forse 6», dichiara Mimmo Daniele, portavoce della Rsu aziendale, «E' assurdo che una volta, quando la piattaforma trattava un quantitativo minore di rifiuti, erano impiegati 18 lavoratori, ed ora sarebbero al massimo 6». Manca poco alla riapertura della struttura per il trattamento dei rifiuti, dato che la piattaforma dovrebbe rientrare finalmente in funzione per i primi di novembre, ma ora il Cirsu dovrebbe prima fare luce sul contratto firmato e sul mancato riassorbimento di tutti i lavoratori.

Intanto si dovrà attendere fino a venerdì per registrare sviluppi sulla vicenda, successivamente all'incontro che si terrà in prefettura e al quale sono stati invitati i responsabili di Cirsu, Diego De Carolis ed Angelo Di Matteo, ed i sindaci dei Comuni soci. Altri problemi che riguardano gli ex Sogesa sono quelli legati al proprio riassorbimento nel servizio di raccolta porta a porta e la scadenza della cassa integrazione: per la prima questione è ancora tutto fermo, dato che non si conosce ancora il numero esatto dei lavoratori che saranno impiegati dai vari Comuni, una volta che il porta a porta diventerà effettivo in tutto il territorio Cirsu. Per la cassa integrazione, oggi si terrà un incontro con il comitato Cicas sulla possibilità di prolungare la cassa in deroga per i 18 dipendenti un tempo impiegati nella piattaforma, mentre non si sa se verrà rinnovata la cassa straordinaria per gli altri 44 ex Sogesa.

Sandro Petrongolo

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