Gli operatori turistici dei Prati «Sì alla strada, no alla funivia» 

Albergatori e ristoratori sono d’accordo con il progetto di collegare la stazione sciistica all’A24 Bocciata l’idea di Altitonante: «È uno spreco di soldi, la gestione sarebbe impossibile»

PIETRACAMELA. «Per il rilancio di Prati di Tivo preferiamo che sia realizzata la bretella di collegamento con l'A24 anzichè la cabinovia Montorio - Prati e altre soluzioni delle quali si parla da anni come il trenino a cremagliera. Una strada si adatta meglio alle nostre attuali e reali necessità». A parlare sono alcuni operatori turistici di Prati di Tivo che intervengono sulla proposta lanciata dal sindaco di Montorio, Fabio Altitonante, della realizzazione di una funivia/cabinovia tra Montorio e Prati di Tivo in sostituzione del progetto portato avanti dalla Provincia di una strada dall’uscita A24 di Colledara a Pietracamela, che secondo Altitonante «non è una strategia di sviluppo sostenibile».
Gli imprenditori del posto non la pensano così e vogliono far sentire la propria voce. «Abbiamo bisogno della strada e sposiamo appieno il progetto della Provincia per un piano industriale serio e fattivo per Prati di Tivo e tutto il comprensorio» dice la titolare dell'enoteca "La cantina dell’orso” Valeria Contasti, «la funivia è legata a orari, costi gestionali fissi, alti e straordinari, personale qualificato e se ci dovesse essere un'evacuazione si creerebbero problemi». Ai Prati c’è l’impianto della cabinovia della Madonnina, ora chiuso per disposizioni governative ma anche per problemi legati alla concessione dei terreni dove è situata, ma ad ogni inizio stagione la riapertura degli impianti è un’incognita per una serie di situazioni. «La bretella con la A24 ci avvicina a Roma e al santuario di San Gabriele», prosegue Tonino Parogna, proprietario dell’hotel “Gran Baita”, «penserei prima a far funzionare la cabinovia che c’è. Dodici milioni fermi e nessuno che riesce a farla ripartire». Della stessa idea è Antonio Riccioni, gestore de “La bottega del Parco” e del “Bar Prati di Tivo”. «Non riusciamo a gestire tre impianti per lo sci, figuriamoci un'altra cabinovia», aggiunge, «è un’idea senza gambe e spero che non ci sia più sperpero di denaro pubblico in montagna».
Tra la varie soluzioni è tornata attuale anche quella del trenino a cremagliera Isola-Prati proposto una ventina di anni fa dall’allora sindaco di Pietracamela Giorgio Forti e attenzionato anche dal presidente del Parco Tommaso Navarra in alternativa a una strada percorribile da autoveicoli. «Ringraziamo per la grande attenzione rivolta ai Prati», commenta l’imprenditore Erminio Di Lodovico della Siget, «sicuramente il trenino e la cabinovia sono meno impattanti, ma non avrebbero la fruibilità 24 ore che può avere una strada che costituirebbe un volano per tutta l’area e una via di emergenza per quei paesi che hanno una sola via d’accesso. Una strada ben fatta, che si integri con l'ambiente circostante e che abbia l'uscita a Pietracamela e non a Cima Alta». Gli operatori chiedono soluzioni efficaci e immediate per il rilancio della montagna teramana. «Spero che venga fatta la strada che potrebbe riportare movimento», conclude Maura Bonaduce del b&b Villa Olimpia, «bisognerebbe unire forze e idee e capire cosa sia davvero meglio per un territorio dal valore inestimabile che soffre troppo e rischia di morire».
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