le testimonianze 

I genitori raccontano tre storie di bambini  malati: «Donare è vita»

TERAMO. I primi sentimenti ad essere sacrificati sull’altare della rutilante vita di tutti i giorni sono la solidarietà e l’amore verso il prossimo. Le testimonianze dei genitori di tre bambini che...

TERAMO. I primi sentimenti ad essere sacrificati sull’altare della rutilante vita di tutti i giorni sono la solidarietà e l’amore verso il prossimo. Le testimonianze dei genitori di tre bambini che hanno sperimentato quanto importante sia la donazione di sangue invitano tutti a fermarsi un attimo e a recuperare una parte della propria umanità.
La prima è di la mamma di Matilde, D.R. che è donatrice da quando aveva 18 anni. «In quest’ultimo anno ho avuto riprova e compreso davvero che una sola sacca di sangue può fare la differenza, perché il sangue è vita. Pochi mesi fa ho perso la mia secondogenita, una splendida bimba di soli tre mesi e mezzo, purtroppo lei era malata, avevamo scoperto al sesto mese di gestazione che era affetta da ernia diaframmatica e cardiopatia rarissima (ci hanno detto dopo la nascita che era caso unico al mondo). Ecco, lei era una bimba che non sarebbe sopravvissuta alla nascita (così diceva qualche dottore prima del parto) ma grazie all’aiuto di grandi professionisti e il supporto di un validissimo ospedale pediatrico (il Bambino Gesù di Roma), nostra figlia è nata e ha vissuto per 108 giorni (giornate durissime ma anche le più belle per noi perché avevamo lei, la nostra campionessa che ci ha insegnato tanto). Oggi posso dire che la gioia di averla potuta conoscere e di esserle stati vicino ci è stata regalata anche grazie alla generosità di tanti donatori di sangue. Per bambini ospedalizzati come lei , ma non solo( io parlo di bambini perché mia figlia era neonata, ma il discorso vale tanto per i bimbi che per gli adulti), le unità di sangue sono di vitale importanza. Spesso capitava un cambio repetino dello stato di salute, magari due ore prima era in miglioramento, poi in un attimo cominciava a cambiare colorito, quel grigio che non ti lascia più ben sperare. Ma con l’aiuto di una sola sacca di sangue o del plasma, spesso la situazione tornava alla normalità.
In quattro mesi di ospedale, vissuti tra rianimazione e terapia intensiva, posso dire di aver visto litri e litri di sangue arrivare in quelle piccole sacche che hanno miracolosamente salvato o comunque, come nel caso della mia piccola, allungato la vita di tanti bimbi. Se non avete mai donato, fateci un pensiero, la donazione richiede poco tempo e se ci andate in compagnia diventa anche divertente! Ora che siamo in estate, prima di partire per le vacanze, non dimenticate di donare, inconsapevolmente con il vostro piccolo gesto, potreste salvare una vita e avrete la sensazione di aver fatto qualcosa di utile senza troppo sforzo».
M.M., mamma di Luisa Viola racconta della sua piccola, «venuta al mondo troppo presto; una bambina che con i suoi soli 500 grammi di peso ha dovuto lottare contro infezioni e crisi respiratorie sin dai primi giorni di vita. La sua salvezza, nei suoi 159 giorni di ricovero, oltre al supporto di ossigeno e terapie farmacologiche, sono state le numerose trasfusioni di sangue e plasma. Ogni volta che riceveva una trasfusione riprendeva colorito e respirava meglio, noi pensavamo all’importanza del gesto dalle tante persone che avevano donato il loro sangue! Un gesto così semplice, ma importante, che ha salvato mia figlia e tanti altri bambini. La donazione è vita».
M.S. e G.C.S. sono la mamma e il papà di Antonella Maria Pia, ricoverata in ospedale sin dalla nascita. «Ha combattuto tanto, tra interventi, infezioni abbiamo assistito anche alle trasfusioni di sangue, trasfusioni che se per un donatore possono sembrare un semplice prelievo, per il ricevente equivalgono alla salvezza. La nostra è una bimba dializzata che al raggiungimento del peso specifico verrà trapianta di reni. Se dovessimo risultare compatibili noi genitori sarebbe stupendo, dare un nostro rene per il sorriso più bello del mondo! Il donatore, che sia di sangue o di organi, è colui che dona senza ricevere nulla in cambio, sapendo che da qualche parte salverà una vita», scrive M.S.. «Vedere tutte quelle sacche di sangue servite col passare del tempo alla mia bimba e agli altri ricoverati con lei», aggiunge il papà, «mi ha dato un senso di responsabilità. Pensavo: “Tanti bambini oggi vengono salvati grazie a donatori sconosciuti, perché non devo farlo anch’io che di sangue e di tempo per farlo ne ho molto?”. Così ho donato per la prima volta, e vi assicuro che non sarà l’ultima. Il mio sangue aiuterà e forse salverà o ha già salvato qualche altro bimbo, non lo saprò mai, ma sono certo che è arrivato a qualcuno che ne aveva bisogno». (a.f.)