il caso del giuliese portato in un centro di cura 

Il fratello di Lucio:«Lui vorrebbe solo tornare a casa»

GIULIANOVA. Il fratello di Lucio M., il giuliese affetto da disturbi psichici che, su richiesta di molte persone che hanno voluto aiutarlo, è stato di recente trasferito in una struttura di cura in...

GIULIANOVA. Il fratello di Lucio M., il giuliese affetto da disturbi psichici che, su richiesta di molte persone che hanno voluto aiutarlo, è stato di recente trasferito in una struttura di cura in Molise, contesta il trattamento riservato al suo congiunto da parte di chi – sostiene – continua a professarsi amico. L’uomo, residente in Emilia, espone la sua verità sulle ultime vicende e denuncia innanzitutto la pubblicazione non autorizzata sui social di una foto del fratello, ma soprattutto sottolinea che dall’immagine si vorrebbe far trasparire la sensazione di «una persona allegra, festosa e felice di stare nel luogo in cui è obbligato a rimanere a seguito di una decisione del giudice tutelare assunta anche sulla base di un esposto presentato dagli amici di Lucio». Il fratello fa invece intendere che la situazione per Lucio sarebbe in realtà molto diversa. «Chiede solo di essere riportato a casa», dice, «dove seguiva le terapie prescritte ed era accudito nel modo migliore possibile da una persona con la quale aveva instaurato un ottimo rapporto umano». Lucio ha chiesto al fratello la motivazione per la quale si trova ora in quella struttura e non sarebbe stato possibile nascondergli la verità. Lucio ha sempre chiesto al fratello di non voler essere rinchiuso in un “manicomio”, terrorizzato dall’esperienza iniziale della sua malattia. Il fratello ricorda che quella realtà sanitaria – in una precedente gestione – nel 2014 finì al centro di cronache giudiziarie per maltrattamenti ai malati che determinarono diversi arresti. Il fratello di Lucio ora si chiede: «Era proprio necessario rinchiuderlo contro la sua volontà portandolo ad oltre 220 chilometri da Giulianova e a 570 chilometri dalla mia residenza?». Come mai, aggiunge il fratello, nessuno si è interessato a Lucio quando in effetti ci sarebbe stato bisogno? La doccia fredda è arrivata, sempre secondo il fratello, quando le cose erano in netto miglioramento con un accompagnatore che lo avrebbe accudito con tanta buona volontà. Molta gente, a giudizio del fratello, ha semplificato sulla condizione di Lucio senza chiedersi il perché di certi comportamenti. Il congiunto si augura che chi «è preposto esegua con diligenza e professionalità il proprio mandato» e sostiene inoltre che Lucio, secondo non meglio specificate disposizioni, non potrebbe ricevere telefonate e visite. (al. al.)