Il sindaco di Giulianova: "C’è un racket dei senzatetto"

Pesante accusa di Mastromauro: un’organizzazione di sfruttatori dietro i bivacchi, le forze dell’ordine devono stroncarla

GIULIANOVA. I bivacchi dei disperati continuano e il sindaco Francesco Mastromauro dichiara guerra al racket dei senzatetto. «C’è un’organizzazione che gestisce e controlla i nomadi che dormono negli accampamenti di fortuna a Giulianova», asserisce il primo cittadino, «queste persone vengono sfruttate da un clan organizzato. Passano la notte nella nostra città e poi, la mattina, prendono il treno dirette verso località limitrofe o anche fuori regione, soprattutto nelle Marche. Ho chiesto il supporto alla polizia ferroviaria perché faccia controlli mirati, ma i nomadi, quasi tutte donne, che salgono sul treno sono muniti di biglietto. Quando tornano la sera, trovano degli uomini ad aspettarle e a loro devono consegnare le offerte raccolte nella giornata». Da mesi l’amministrazione, spronata dalle continue lamentele e denunce dei cittadini, cerca di arginare il fenomeno dei bivacchi provvedendo ad emanare ordinanze per le varie aree interessate, come il centro commerciale “I Portici” e la stazione ferroviaria. Tuttavia, le ordinanze da sole non bastano ad eliminare il problema dello sfruttamento che c’è dietro i disperati. «E’ anche un’emergenza umanitaria», continua Mastromauro, «c’è chiaramente una organizzazione ramificata dietro queste persone, ma spetta agli organi di polizia occuparsene, e io ho chiesto aiuto a tutte le forze dell’ordine».

«L’ideale sarebbe trovare una struttura che li accolga», propone Patrizia Casaccia, presidente del comitato di quartiere Annunziata, convocata giovedì dal sindaco insieme al comandante della polizia municipale Roberto Iustini e agli esercenti del centro commerciale dell’Annunziata. «E’ normale», prosegue Casaccia, «che se non trovano altro posto dove andare o qualcuno che possa aiutarli, girano per la città. Spesso però sono loro i primi a fuggire dalle strutture di accoglienza perché si sentono controllati. Ho proposto al sindaco, ad esempio, di diminuire la portata dell’acqua delle fontane pubbliche, in modo che, non potendo più lavare gli indumenti, siano costretti ad andare altrove». La riunione si è svolta all’indomani di un altro blitz, effettuato dalla squadra mobile di Teramo e da una pattuglia della polizia municipale, verso le 23.30 di mercoledì ai “Portici”. «Le forze dell’ordine», dichiara Mastromauro, «hanno trovato solo tre cittadine romene accampate, rispetto ai 15 nomadi che c’erano prima. Sono state portate in questura e identificate». Essendo cittadine comunitarie incensurate e senza accuse a carico, non potevano essere trattenute e sono state subito rilasciate.

Margherita Totaro

©RIPRODUZIONE RISERVATA