In 27 al “concorsino” gli stessi volti dell’altra selezione

Roseto, una nostra collaboratrice alla prova del Comune Ecco cosa è accaduto ieri mattina tra i banchi semivuoti

ROSETO. È iniziato ieri mattina quello che doveva essere il secondo “concorsone” di Roseto, a quasi quattro anni dal bando. Un posto come istruttore amministrativo part-time (21 ore), a tempo indeterminato. Di questi tempi è come vincere la lotteria Italia. Lunedì scorso, su 490 candidati, solo 26 si sono presentati all’appello per un posto di istruttore amministrativo a 33 ore. Ieri ce n’erano 27. Nessuna lettera o telegramma a casa per avvisare i partecipanti, solo un avviso pubblicato sul sito del Comune di Roseto. «La presente ha valore di convocazione alle prove suddette», si legge nella sezione dedicata ai concorsi, «Sarà cura dei candidati verificare eventuali variazioni». Variazioni si, ma dopo tre anni e mezzo anche la più brillante delle menti si dimentica di controllare il sito di un Comune, magari lontano da dove si vive. Colpa forse della burocrazia italiana o del cambiamento di amministrazione intervenuta nel frattempo. Colpa forse di quanti si stancano di aspettare e sperare in un posto fisso e, perché no, forse anche colpa della crisi che non permette a un’amministrazione di inviare le convocazioni per un concorso, quasi d’obbligo dopo così tanto tempo.

Così solo una manciata di speranzosi candidati si sono presentati. L’appuntamento era per le 9 davanti alla scuola media “Fedele Romani” in via Fonte dell’Olmo a Roseto. In una giornata di pioggia ci si aspetterebbe di vedere decine di ombrelli aperti davanti all’ingresso invece, nonostante i giornali abbiano riportato la notizia dell’inizio delle prove, sfuggite a molti, poche sono le persone che attendono l’apertura delle porte. L’età media dei partecipanti si aggira intorno ai trent’anni e il clima generale è disteso. Molti sono addirittura veterani dei concorsi pubblici perché i posti statali sono gli unici che, in Italia, possono assicurare uno stipendio a fine mese.

Su 379 candidati previsti (che hanno pagato regolare tassa di iscrizione e spese di spedizione), solo 27 si sono presentati. Alle 9.03 le porte della palestra si aprono. Ad attendere i candidati, una mini commissione adibita al controllo delle carte di identità e dei testi di legge, ammessi per la consultazione durante la prova, che non devono essere commentati. Dopo aver lasciato i cellulari, debitamente imbustati, sigillati e contrassegnati dal nome del proprietario, si entra. Ognuno si siede dove vuole. L’immensa aula è predisposta per ospitare quasi 400 persone ed è piena di banchi posizionati su una ventina di file. I candidati quasi si perdono nella stanza, come scolari troppo cresciuti che attendono il maestro. Nell’attesa che la commissione esaminatrice arrivi, si parla del più e del meno. Qualcuno ricorda la prova della settimana scorsa, altri posizionano le bottiglie d’acqua e la penna sul banco, qualcuno parlotta col compagno ricordando la notte insonne passata sui libri. Dopo 10 minuti entra la commissione, presieduta da Gabriella Lasca. Presentazioni, spiegazione dello svolgimento e estrazione a sorte della traccia: “Il candidato indichi quali sono le funzioni e i doveri dei dirigenti comunali”. Sei ore il tempo a disposizione, tempo che può sembrare un’eternità, se non si mastica l’argomento. Pochi minuti dopo, infatti, un ragazzo si alza e consegna. Addio sogni di gloria. Mano a mano consegnano tutti e si danno appuntamento per stamattina, stesso posto stessa ora, per la seconda prova scritta tecnico-pratica. I nomi degli ammessi all’orale saranno pubblicati sul sito entro l’11 luglio. Occhio al sito, dunque, e una preghiera in più la sera. La speranza è l’ultima a morire. Speriamo non si muoia disperati. (m.t.)

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