In Nepal si cerca ancora Marco Di Marcello, il fratello: «Certi che lo troveranno»

Gli sherpa in quota sulle tracce dell’alpinista biologo travolto dalla valanga. I soccorritori italiani si sono invece fermati per le condizioni meteo molto difficili nella zona
CASTELLALTO. Le ricerche dell’alpinista e biologo disperso sull’Himalaya, il 37enne Marco Di Marcello di Villa Zaccheo di Castellalto, sono riprese ieri da parte della squadra nepalese di Phurba Tenjing Sherpa Dreamers Destination. Ricerche per ora senza esito. Con il passare dei giorni si fa sempre più difficile la possibilità di trovare vivi Di Marcello e gli altri dispersi – l’altoatesino Markus Kirchler, il tedesco Jakob Schreiber e i nepalesi Mere Karki e Patam Tamang – considerato che sono trascorsi sei giorni da quando una violenta valanga li ha travolti insieme ad altri 7 alpinisti deceduti e di cui sono stati trovati i corpi (tra loro anche l’alpinista chietino Paolo Cocco) mentre stavano scalando la cima del Yalung Ri a oltre 5.600 metri, per arrivare al Dolma Khang a oltre 6.000 metri.
Phurba, che è anche ambasciatore del Parco Gran Sasso-Laga, è deciso non mollare dopo che venerdì la squadra di soccorritori italiani ha sospeso definitivamente le ricerche per le difficili condizioni meteo. Ma anche a non creare illusioni. «Abbiamo cercato i sopravvissuti con la disperazione di chi non trova degli amici», fa sapere, «ma non ci sono sopravvissuti e conoscendo la situazione sul campo, non posso dare false speranze».
Una situazione oggettiva per le difficili condizioni dello strato nevoso misto a detriti di roccia. Phurba conosce bene Di Marcello, Tamang e Cocco per aver partecipato insieme a quattro spedizioni sull’Himalaya guidate dal capo-spedizioniere di Teramo Explora Nunaat International e ambasciatore del Parco Davide Peluzzi. Un segnale di vicinanza alla famiglia di Di Marcello con un’azione concreta sul campo che ha coinvolto tanti nepalesi che stanno aiutando la squadra di soccorso. Tutto con una linea diretta tra Phurba e Peluzzi, con quest’ultimo che sta dando il supporto metereologico alle ricerche concentrate sul monte Yalung Ri, precisamente nel punto dove il gps di Di Marcello ha lanciato segnali.
«Nelle montagne remote della Rolwaling Himal ho realizzato sei spedizioni alpinistiche con Patam, quattro delle quali con Marco e Paolo», racconta Peluzzi, «questa tragedia è forse la più grande mai avvenuta in Himalaya. Ieri hanno continuato a cercare sull’area dei punti rilevati dal gps di Marco, ma è un’area molto vasta, le temperature sono basse e la neve è compressa». La notizia delle ricerche ha rincuorato i familiari di Marco. «Eravamo sicuri», spiega il fratello Gianni, «che sherpa Phurba non avrebbe mai mollato, soprattutto in questa difficile situazione. Lo abbiamo conosciuto avendolo ospitato a casa nostra e abbiamo potuto constatare quanto sia legato a mio fratello Marco. Siamo sicuri che con le loro forze siano in grado di trovare Marco ancora in vita».
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