Inchiesta penale sulle sagre fuorilegge

Scattata dopo gli esposti dei ristoratori, riguarda la regolarità delle autorizzazioni di almeno 15 manifestazioni

TERAMO. Scatta l’inchiesta sulle sagre “extralarge”. La procura di Teramo ha aperto un fascicolo per accertare presunte responsabilità in merito al rilascio delle autorizzazioni per sagre e mercatini. Sarebbero una quindicina le manifestazioni finite sotto la lente del pubblico ministero Davide Rosati che sta lavorando sul caso da diversi mesi. Tutto è nato la scorsa estate, quando singoli ristoratori ma soprattutto le associazioni di categoria hanno presentato esposti a magistratura ed Asl di Teramo per le sagre di durata superiore a sette giorni. Il fascicolo in mano al pm si è arricchito della documentazione relativa ai nulla osta degli organi amministrativi allo svolgimento di eventi enogastronomici che, nel Teramano, impazzano tutta l’estate e anche oltre. I carabinieri del Nas di Pescara, su delega della procura, hanno acquisito nei mesi passati sia la documentazione depositata presso gli uffici del Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione della Asl che gli atti di pertinenza dei Comuni. Dunque è la regolarità amministrativa delle sagre che si vuole accertare, ma evidentemente dietro l’accertata irregolarità potrebbe celarsi una qualche responsabilità penale.

L’inchiesta è figlia del malessere dei ristoratori, che lamentano: durata eccessiva degli eventi gastronomici in violazione alla legge regionale; manipolazione di alimenti da parte di operatori provenienti da ambienti estranei alla ristorazione; fiscalità “leggera” rispetto alla pressione tributaria sostenuta da chi fa impresa gastronomica tutto l’anno nei locali; mancata osservanza delle regole in materia igienico-sanitaria. È il caso di dire che c’è molta carne al fuoco per la magistratura, chiamata a valutare anche la rispondenza dei pareri (talvolta negativi o con prescrizione) dati dalla Asl sulle autorizzazioni sanitarie rilasciate dai Comuni in ordine alle richieste di apertura degli stand gastronomici. La legge prevede che chi organizza sagre debba dare comunicazione al Sian cinque giorni prima dell’inizio dell’evento per consentire agli organi sanitari di effettuare il sopralluogo, seguendo una strada ben precisa ed utilizzando modulistica specifica. Al contrario, le comunicazioni (spesso parziali) arrivano oggi per domani e non è un caso che molti blitz dei vigili sanitari siano finiti con contravvenzioni. Anche la categoria dei panificatori schiuma rabbia. Nei mercatini come nelle sagre spesso si servono dolci e prodotti fatti in casa anziché nei laboratori autorizzati, senza etichetta, venduti in banchi dove manca anche l’acqua per lavarsi le mani. Ci sarebbero poi casi di manifestazioni gastronomiche in cui non esistono servizi igienici o quelli segnalati risultano non idonei (vedi bar o addirittura case private). Quanto alle sagre-fiume, la legge regionale le limita a sette giorni. Il Sian si è imbattuto in fittizie interruzioni e in prestanomi per aggirare l’ostacolo normativo.

Alex De Palo

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